giovedì 14 settembre 2017

L'uno e i molti

Quando bevo un bicchiere d’acqua, bevo il tutto. Infatti, quell’acqua è sgorgata da una fonte dopo essere scesa dal cielo. E nel cielo era arrivata dal mare, e al mare era giunta da… e così, andando indietro, arriviamo alle acque e alle nubi primitive, che si erano formate in seguito alla formazione della Terra, che si era formata quando l’universo…
Dunque, bevendo quell’acqua, bevo l’universo. E lo stesso quando mangio e quando respiro.
Ogni cosa è collegata alle altre, non solo il mio corpo, ma anche la mia coscienza.
Non si tratta di un’idea. È la realtà.
Quando medito, sono “io” che sono consapevole, sono io che rifletto l’universo.
So benissimo di essere distinto e unico. Ma so contemporaneamente di essere il tutto.
È un paradosso: il singolo è anche il tutto; eppure io arrivo a capirlo e a sentirlo
Così sono tutti i paradossi logici. Posso essere qui ma anche là. E possono essere tranquillamente superati, così come avviene in questo caso, in una visione di sintesi.

Meditare è assumere una nuova logica, dove si scopre che i contrari sono compenetrati gli uni con gli altri. Siamo noi che ci siamo abituati a ragionare in modo così limitato, un modo che esclude anziché includere.

Nessun commento:

Posta un commento