mercoledì 13 settembre 2017

L'introspezione consapevole

Un lettore mi scrive: «Nella meditazione mi scopro ormai abituato a “recitare” la parte del presunto osservatore distaccato di fronte al flusso compulsivo dei pensieri che si affacciano nella mente. Un giorno mi sono detto: non sarà forse che, questo giochetto della consapevolezza, del testimone che guarda fluire i pensieri, cercando invano (!!) di non identificarsi con essi – non sarà questo stesso, un nuovo raffinato giochetto mentale? Un giochetto, un espediente egoico che la mente fa per accontentare se stessa e darsi una bella medaglia?» 

Non è una recita, è un metodo - il metodo fondamentale dell’introspezione consapevole. Non si possono fare passi avanti nella psicologia, nella spiritualità, nella vita individuale e nel mondo senza questo di tipo di osservazione. Gli uomini hanno smesso di essere scimmie quando sono diventati attenti al proprio mondo interiore.
In fondo il problema degli uomini è che molti non riescono ancora a farlo e agiscono in preda ai soli istinti. I pensieri, le emozioni e i sentimenti fluiscono senza posa. Appaiono, scorrono e scompaiono, come le onde del mare. E noi possiamo osservarli, con distacco.

I risultati sono una questione di tempo, anche se non sono mai quelli che ci aspettiamo. È difficile valutarli sul momento, ma, a distanza di mesi o di anni, potrà guardarsi indietro e capirà ciò che ha guadagnato. 

1 commento: