venerdì 15 settembre 2017

Il bene religioso

C’è ancora gente che crede che il bene possa essere sempre distinto dal male, che i buoni stiano da una parte e i cattivi dall’altra. Ma noi sappiamo che, trattandosi di contrari, i due estremi devono toccarsi in vari punti. Spesso chi fa il bene, fa in realtà il male, e viceversa.
Questo succede in particolare in campo religioso, dove chi condivide una fede, crede che, applicando i dettami di quella religione, non si possa sbagliare. Ma non è così. La strada dell’inferno è lastricata non solo di buone intenzioni ma anche di (presunte) buone azioni.
Ancora una volta, la nostra logica duale con tendenza a contrapporre si rivela fallace. Non solo il bene è pronto a trasformarsi in male, ma ne è per così dire l’elemento costituente. A questo proposito, diceva il fisico americano Steven Weinberg, premio nobel nel 1979: “La religione è un insulto alla dignità umana. Senza di essa ci sarebbe gente buona che fa del bene e gente cattiva che fa del male. Però, perché la gente buona faccia del male, ci vuole… la religione”.

Oggi lo constatiamo nei fanatici islamici. Ma noi lo scopriamo in tante decisioni e prese di posizione delle religioni che giudicano e si fanno guidare da dogmi. Nella loro mani, il bene si trasforma spesso in male.

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