venerdì 8 settembre 2017

L'equilibrio meditativo

Non ci facciamo influenzare continuamente dai nostri stati d’animo, talvolta personali talvolta generali. Se si crea una situazione di agitazione, in famiglia, nella società o nel mondo, non ce ne facciamo coinvolgere. Ma lo stesso se si crea una situazione d’euforia, individuale o collettiva. Non ce ne facciamo condizionare.
Conserviamo una visione unitaria delle cose. Osserviamo i moti sociali e quelli personali come onde del mare che arrivano, s’ingrossano, s’infrangono e poi scompaiono.
Non è facile. Ma è il fondamento della meditazione. Resistiamo alla tentazione di farci coinvolgere. Non siamo né api né formiche: siamo in grado di giudicare da soli. La realtà e i sentimenti sono due cose diverse. Non ci facciamo condizionare dalle emozioni, manteniamo il distacco.
L’atteggiamento di chi medita è l’equanimità, che serve a ritrovare l’equilibrio dopo ogni sbandata. Qualunque cosa succeda, raccogliamoci in silenzio per ritrovare il nostro centro.
Forse la nostra meditazione sarà breve, forse ci sembrerà che sia una piccola cosa, forse ci sembrerà fallita. Ma la continuità e la determinazione hanno un enorme potere.

Senza che ce ne rendiamo conto, la meditazione lavora dentro di noi e, un bel giorno, ci troveremo cambiati, migliorati.

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