martedì 6 ottobre 2015

Seguire il respiro

Seguire il respiro
Quando non riuscite a meditare, quando siete agitati o tesi, ricorrete alla vecchia e sperimentata tecnica del seguire il respiro.
In pratica si tratta di contare le inspirazioni e le espirazioni. Fate prima tre o quattro respiri profondi e poi ripetete mentalmente “uno” per le inspirazioni e “due” per le espirazioni, oppure potete andare avanti a contare “uno”, “due”, “tre” e così via, arrivando a dieci, a venti o a qualche altro numero, come preferite.
Un altro metodo consiste nel dire semplicemente “dentro” per ogni inspirazione e “fuori” per ogni espirazione, oppure “in” e “out”, senza contare.
Non dovete forzare il respiro, ma lasciarlo il più naturale possibile. Se siete agitati, potete ripetere il mantra “calma”.
Esiste un rapporto stretto tra il ritmo del respiro e gli stati d’animo. Per esempio, quando siete agitati o irritati, anche il respiro assume un ritmo spezzato e contratto.
Il respiro della meditazione è il più calmo e rilassato possibile. Non a caso, le parole “respiro” e “spirito” sono etimologicamente collegate. Questo significa che, agendo sul respiro, cerchiamo di agire sulla nostra mente.

Una volta raggiunta una certa calma, si può lasciar andare ogni pensiero e ogni sentimento per cercare di essere semplicemente consapevoli del momento presente: “Chi sono io? Che cosa succede in questo istante? Che cosa sto provando?”

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