giovedì 8 ottobre 2015

La nuda presenza

Il pensiero è uno strumento importantissimo. Ma nient’altro che questo: uno strumento.
Se ci facciamo caso, la maggior parte dei pensieri sono idee ripetitive, ossessioni, fantasticherie, ricordi, ecc. Insomma sono inutili; anzi, sprecano energia.
In meditazione sono i nostri peggiori nemici, perché, mentre noi siamo qua, i nostri pensieri sono altrove.
In meditazione non dobbiamo usare il pensiero, ma essere consapevoli, essere presenti. Il che non significa pensare, ma essere.
Essere presenti o essere consapevoli non è pensare.
La consapevolezza è prima del pensiero, è priva del pensiero. Non è vero, come sosteneva Cartesio, che siamo perché pensiamo. Prima siamo e poi pensiamo di esserlo.
Essere consapevoli significa essere presenti qui e ora. “Io sono qui e ora.”
In meditazione non dobbiamo identificarci con i nostri pensieri, con la nostra mente. Dobbiamo piuttosto identificarci con la nostra consapevolezza primordiale, con la nostra nuda presenza – è ciò che chiamiamo il sé, un sé che rifulge quando smettiamo di elaborare pensieri superflui, quando si crea uno spazio vuoto, un’interruzione, una pausa nella nostra produzione di pensieri.

Identifichiamoci con la non-mente, un campo energetico che è connotato da pace e da silenzio.

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