venerdì 5 dicembre 2014

Trasformare se stessi

Qualunque sia la tecnica  di meditazione prescelta,dobbiamo passare necessariamente per una fase di conoscenza di noi stessi.
Questa fase di conoscenza non è tanto una forma di analisi psicologica, quanto un vedersi per quel che siamo, con le nostre convinzioni di fondo, con i nostri condizionamenti principali e soprattutto con la nostra mente autocentrata.
Quali sono le nostre convinzioni più radicate? Quali sono le nostre reazioni emotive più ricorrenti? Quali sono gli schemi di comportamento più frequenti? Quali sono le nostre paure?
Dobbiamo guardarci con distacco mentre viviamo la vita di tutti i giorni. Non tanto per cambiare istantaneamente, quanto per cambiare a poco a poco grazie alla conoscenza. Non tanto per giudicarci con durezza, quanto per prender coscienza di come siamo fatti.
Siamo convinti di essere inadeguati oppure che la vita sia un dura lotta, un luogo di sofferenze? Le nostre reazioni più profonde sono la rabbia, l’ansia, la paura o la confusione? Non sappiamo decidere? Siamo aggressivi? Siamo invidiosi? Ci sentiamo spesso sopraffatti dalla vita? Siamo distratti o concentrati? Siamo pessimisti? Quali sono le cose, le persone o le situazioni che temiamo di più? A quali esperienze infantile possono essere ricondotte?
Proviamo ad osservarci per rispondere a queste e ad altre domande. Quali sono i meccanismi psicologici che ci impediscono di essere più presenti e più svegli?
Le risposte con il tempo vengono a comporre un nostro ritratto.

Giorno per giorno, se siamo sempre più consapevoli di questo ritratto, dei pregi e dei difetti, riusciremo a cambiare, perché la consapevolezza continua di ciò che viviamo è il più potente mezzo di trasformazione di noi stessi.

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