martedì 16 dicembre 2014

La meditazione di Dio

La meditazione di Dio
Noi crediamo che la meditazione abbia solo un’origine orientale; ed è vero che solo in Oriente essa diventa pienamente consapevole e sviluppa precise tecniche.
Ma, se guardiamo bene, inviti alla meditazione esistono anche in altre culture, fra cui quella biblica. Roberto Benigni, nella sua trasmissione televisiva sui dieci comandamenti, ha ricordato l’importanza del terzo – quello sul riposo del sabato.
Qui è prima di tutto Dio stesso che si riposa un giorno su sette e poi comanda a gli uomini di fare le stesso. Ma riposarsi non significa smettere semplicemente di lavorare, andare a vedere la partita o andare a messa. No, significa consegnarsi al non-fare.
Per sei giorni lavori, ma il settimo smetti non solo di lavorare, ma anche di fare qualsiasi cosa. Per sei giorni ti relazioni e ti connetti con gli altri, ma il settimo relazionati e connettiti con te stesso. Per sei giorni parli, pensi, ricordi, progetti e immagini, ma il settimo stai fermo e in silenzio – è il principio stesso della meditazione.
Il silenzio è l’immobilità sono essenziali perché bilanciano i loro opposti, perché ci permettono di ritrovare la fonte profonda dell’energia e del senso, e perché, nella Bibbia, è Dio stesso che dà l’esempio - prima e dopo aver fatto tanto, si è messo a meditare in silenzio e senza far nulla, neppure pensare.

Dunque, tutti i momenti in cui stai in silenzio sono quelli in cui più ti avvicini alle origini stesse della trascendenza. E il silenzio non è solo quello esterno, ma anche quello interno di una mente che non smette mai di chiacchierare e di frapporsi come un filtro tra noi e la realtà.

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