lunedì 22 dicembre 2014

Le persecuzioni religiose

Papa Francesco ogni tanto denuncia le persecuzioni di cui sono vittime i cristiani in vari paesi. Ma le persecuzioni religiose sono proprio il prodotto delle società religiose. Secondo il rapporto di "Freedom of Thought 2014"dell'International Humanist and Ethical Union, un’organizzazione che riunisce una quarantina di associazioni laiche, umaniste e razionaliste, sono tanti i paesi in cui non c’è né libertà religiosa né libertà di coscienza, e in cui esistono leggi non solo contro chi cambia religione (apostasia) ma anche contro chi non crede. Insomma, si può essere mandati al patibolo anche se si è atei.
       L’Arabia Saudita ha equiparato l’ateismo al terrorismo. In Malesia il primo ministro ha dichiarato che “l’umanesimo, il laicismo e il liberalismo” sono “devianti” e una minaccia per l’Islam e lo Stato. E in Egitto è in atto “una rappresaglia organizzata contro i giovani atei” e una campagna di sensibilizzazione contro “i rischi dell’ateismo”.
Ma tutto ciò non succede solo nei paesi islamici. Per esempio, in otto Stati degli Usa, non si può essere eletti ad una carica pubblica se non si crede in Dio. In Arkansas gli atei non hanno nemmeno il diritto di testimoniare in tribunale.
E in Italia? Il rapporto mette in evidenza i numerosi privilegi (soprattutto fiscali) accordati alle istituzioni cattoliche e come in molte scuole gli insegnanti “tendano a dissuadere gli studenti dal non frequentare l’ora di religione”. L’Italia è maestra in questa opera di indottrinamento: da noi si sente più parlare il Papa che il Capo dello Stato.
       Nonostante i principi sulla libertà religiosa e di coscienza, sanciti anche dall'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, nei paesi in cui esiste una religione di Stato (come di fatto esiste in Italia) vi sono persecuzioni o pressioni contro le altre religioni e contro chi non crede o è un libero pensatore.
Quando ci convinceremo che uno Stato deve essere laico e che deve prendere la distanza da qualsiasi religione e fede?
Come è scritto nel rapporto, il 2014 è stato segnato "da un aumento di casi di pubblici ufficiali e leader politici che si scagliano contro persone non religiose semplicemente perché sono tali, e in una maniera associata a quell'incitamento all'odio e a quelle persecuzioni sociali normalmente riservate alle minoranze etniche o religiose".

Non esiste un religione liberale, non esiste una religione tollerante. Ogni religione odia non solo le altre religioni, ma anche chiunque pensi con la propria testa.

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