sabato 20 dicembre 2014

Metta: la benevolenza

Gesù predicava l’amore, ma non ha mai spiegato come si fa ad amare - o anche solo a non odiare - chi non ci è simpatico o chi ci è indifferente.
Ci aveva pensato il Buddha, qualche secolo prima. I suoi esercizi di metta (benevolenza) sono semplici. Prima pensate a qualcuno che vi è caro e augurategli ogni gioia e felicità. “Che tu sia felice, che tu sia in salute, che tu possa realizzare ciò che vuoi, ecc.” Facile.
Poi prendete qualcuno che non vi è del tutto simpatico e fate lo stesso. Un po’ meno facile.
Infine augurate le stesse cose a chi non vi piace affatto, magari a qualcuno che odiate. Molto difficile.

Queste meditazioni non servono tanto a inviare qualcosa di benefico agli altri, quanto a eliminare da voi stessi un po’ di veleno, un po’ di antipatia e di rivalità.
Detto questo, non cercate di diventare tutti dei santi Francesco o degli ipocriti pretini. Cattivi lo siete comunque. E un po’ di cattiveria, forse, allunga la vita.

Imparare ad amare è molto difficile. E ci vuole anche un’analisi del profondo.

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