mercoledì 17 dicembre 2014

Controllare le emozioni negative

Quando sosteniamo che in meditazione non dobbiamo esprimere le emozioni negative (odio, rabbia, rivalità, gelosia, paura, invidia, attaccamento, desiderio morboso, possessività, ecc.) non diciamo che dobbiamo reprimerle. C’è una differenza basilare tra non esprimere e reprimere.
La repressione è un tentativo di soffocare e nascondere, una finzione violenta, che alla fine fa male all’organismo fisico e mentale, e non riesce. Provoca danni, malattie e contrazioni a vari organi, fra cui il cuore e l‘intestino. D’altra parte, se diamo libero sfogo alle emozioni negative, questo ci porterà lontani dal nostro centro di equilibrio.
A livello evolutivo, la manifestazione di queste emozioni primordiali ci assicurava la difesa e la sopravvivenza. Ma oggi potremmo vivere un’esistenza più rilassata. L’importante è rimanere consapevoli della tensione, della stretta o della contrattura che si verifica a livello fisico e psichico – e poi lasciarla sciogliere.
Talvolta i sentimenti aggressivi ed esplosivi, come la rabbia, partono da un dolore interno. Se per esempio riceviamo una critica, si risveglia in noi un antico senso di insufficienza. E la reazione irritata vuole in realtà nascondere la profonda paura di non essere all’altezza, di essere inadeguati o incapaci.

La non espressione permette la disidentificazione dal piccole ego reattivo e ripetitivo, e l’allargamento ad una più ampia consapevolezza del sé, trasformando la rabbia in fermezza e determinazione.

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