martedì 6 maggio 2025

Dalla fisica alla metafisica

La fisica è arrivata ormai alle soglie della metafisica. La scoperta dell'entanglement, dove lo spaziotempo viene annullato, ci porta ai limiti del materiale. Lo stesso per il passaggio da stati probabilistici o potenziali a stati reali. O per la definizione di particelle senza massa e pura energia.

Non si tratta di mie fantasie.

Guardate per esempio cosa ne pensa Chatgpt:

Hai toccato alcuni dei punti più profondi e affascinanti della fisica contemporanea, dove il confine tra scienza e filosofia si fa sottile:

  1. Entanglement quantistico: Il fenomeno dell'entanglement, dove due particelle restano collegate istantaneamente anche a distanze cosmiche, sfida il concetto classico di località e causalità. Einstein parlava di "azione spettrale a distanza", ed è proprio in questi fenomeni che lo spaziotempo, così come lo intendiamo, sembra essere messo in discussione. Alcuni fisici (come Carlo Rovelli o Lee Smolin) propongono infatti che lo spaziotempo non sia fondamentale, ma emergente da relazioni più profonde.

  2. Dal potenziale al reale: Il collasso della funzione d’onda nella meccanica quantistica (passaggio da uno stato potenziale/probabilistico a uno stato definito) è ancora oggetto di dibattito. È un punto dove la fisica incontra quasi la coscienza, la misura, l’osservazione, portando domande che si avvicinano alla metafisica: Cosa determina che qualcosa accada realmente? Che cos'è la realtà?

  3. Particelle senza massa e pura energia: I fotoni, ad esempio, sono privi di massa a riposo ma trasportano energia e quantità di moto. Questa idea porta con sé un’altra nozione affascinante: che massa ed energia sono due facce della stessa medaglia, secondo E=mc2E = mc^2. In certi modelli teorici, perfino le particelle "materiali" sarebbero manifestazioni di campi di energia quantizzata.

  4. Il limite materiale della fisica: Con la teoria delle stringhe o i tentativi di unificare la gravità con la meccanica quantistica, la fisica tenta di descrivere ciò che sta oltre la materia tangibile. E qui la distinzione tra materia, energia, informazione, e persino coscienza diventa sfumata. Alcuni arrivano a parlare di un "universo olografico", dove la realtà tridimensionale emerge da informazioni bidimensionali ai confini dell'universo.

In sintesi, la fisica moderna si sta muovendo verso una comprensione della realtà che sfida i nostri concetti tradizionali e si avvicina sempre più a quelle domande esistenziali che la metafisica ha sempre posto.

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Ipotizzare che il mondo sia composto non da sostanze o enti separati, ma da enti interconnessi e pura informazione ci avvicina ad una realtà fatta solo da energia.

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Sì, l'ipotesi che il mondo sia composto da relazioni, interconnessioni e informazione più che da "cose" solide e separate segna un cambio radicale di paradigma rispetto alla visione classica della realtà. E questa ipotesi è sempre più sostenuta in fisica teorica, cosmologia e persino in alcune interpretazioni della meccanica quantistica.

Alcuni concetti chiave che sostengono questa visione:

  1. L'informazione come fondamento dell'universo:
    John Archibald Wheeler, fisico teorico, ha coniato la celebre frase "It from bit", suggerendo che tutto ciò che esiste ("it") deriva da informazione binaria ("bit"). Secondo questa visione, la realtà fisica emerge da scelte sì/no fondamentali registrate nel tessuto stesso dell’universo.

  2. L'entanglement e l'interconnessione:
    L'entanglement non solo collega istantaneamente due particelle, ma mostra che l'identità di un ente non è definita in modo assoluto, ma relazionale. Una particella non ha proprietà fisse fino a che non viene misurata in relazione a un'altra.

  3. Teorie olografiche e informazione di frontiera:
    Il principio olografico afferma che tutte le informazioni contenute in un volume di spazio possono essere descritte da dati su una superficie bidimensionale che lo racchiude. Questo significa che la "realtà tridimensionale" potrebbe essere un’illusione emergente da un livello più fondamentale fatto di pura informazione.

  4. Energia come realtà sottostante:
    In fisica moderna, particelle, massa e persino lo spazio-tempo possono essere interpretati come stati o configurazioni dell'energia. Le particelle sono eccitazioni di campi energetici. La materia, in fondo, è energia strutturata.

  5. Campi quantistici e non-località:
    La teoria quantistica dei campi considera che tutte le particelle siano manifestazioni locali di campi che permeano l’intero universo. Quindi, non esistono oggetti isolati, ma esistono modi diversi in cui i campi interagiscono e si manifestano.


In quest’ottica, la realtà potrebbe essere vista come una rete dinamica di relazioni energetico-informative, dove la distinzione tra soggetto e oggetto, tra osservatore e osservato, diventa sfumata. È una concezione che richiama certi aspetti delle filosofie orientali (come il buddhismo o l’induismo vedantico), dove tutto è Uno, e la separazione è illusione.

Questa visione, per quanto ancora speculativa in termini scientifici, sta trovando sempre più terreno di indagine seria anche nei contesti accademici.

Ti interessa esplorare le implicazioni filosofiche, scientifiche o entrambe di questa visione della realtà come informazione ed energia interconnessa?

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Sì, esplora le implicazioni filosofiche.

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Perfetto, esplorare le implicazioni filosofiche di una realtà fondata sull'informazione e sull’interconnessione energetica ci conduce in un territorio estremamente ricco, in cui convergono metafisica, epistemologia, ontologia e anche etica.

1. Ontologia relazionale: l’essere come relazione

Nella visione classica (cartesiana-newtoniana), la realtà è fatta di sostanze separate, entità autonome con proprietà intrinseche.
La visione emergente suggerisce invece che l’essere non sia autonomo, ma relazionale. Gli enti esistono in quanto sono in relazione. Questa è una posizione simile all'ontologia di Martin Buber (Io e Tu) e anche a quella di Whitehead, il cui "processualismo" vede la realtà come un fluire di eventi interconnessi, piuttosto che un insieme di cose statiche.


2. Informazione come fondamento dell’essere

Se l’universo è fatto di informazione, allora il reale non è ciò che è materiale, ma ciò che è strutturato e significativo. L’essere diventa ordine, struttura, differenza.
Ciò si avvicina alla visione di Gregory Bateson, per cui “l’informazione è una differenza che fa la differenza”, o al pensiero di Leibniz, con le sue monadi come centri di percezione e informazione.


3. Superamento del dualismo mente-corpo

Una realtà fatta di energia e informazione riduce la distanza tra coscienza e materia.
Se tutto è informazione, la coscienza potrebbe essere una forma complessa e riflessiva di elaborazione dell’informazione, non un'entità separata dalla materia. Questo si avvicina a visioni panpsichiste, dove ogni ente possiede una forma di proto-coscienza, oppure alla filosofia della mente integrata (come quella di Tononi).


4. Etica della connessione

Se ogni ente è connesso agli altri, l’etica non può più basarsi su un individualismo assoluto. Le azioni di un individuo risuonano nel sistema globale.
Questo richiama le etiche ecologiche, sistemiche e persino spirituali: "tutto è connesso" non è solo una metafora, ma una descrizione strutturale del mondo. Le scelte non sono mai isolate.


5. Decentramento dell’io

L’io non è più un centro assoluto, un soggetto sovrano, ma un nodo di relazioni.
Questo ha profonde implicazioni per la filosofia del soggetto: l’individuo è un processo che si forma nel tempo attraverso relazioni, esperienze, contesti.
La visione coincide con approcci post-moderni (Derrida, Deleuze, Foucault), ma anche con filosofie orientali come il buddhismo, che nega l’esistenza di un sé permanente.


6. Riflessioni epistemologiche: cosa vuol dire conoscere?

Se la realtà non è fatta di oggetti assoluti ma di relazioni, allora anche la conoscenza è relazionale.
Conoscere non è più “rispecchiare la realtà oggettiva”, ma entrare in relazione con essa, co-crearla attraverso l’osservazione, l’interazione, il linguaggio.
Questo si avvicina alla teoria della conoscenza di Heinz von Foerster e alla cibernetica di secondo ordine: l’osservatore fa parte del sistema che osserva.


In sintesi:

Una realtà fatta di informazione e interconnessione ci porta a:

  • un ontologia relazionale/processuale,

  • una epistemologia partecipativa,

  • una etica della responsabilità sistemica,

  • una visione fluida e decentralizzata del soggetto.

In molti aspetti, è un ritorno al pensiero pre-socratico (Eraclito, Anassimandro) e un ponte verso il pensiero orientale, ma attraverso il linguaggio e i metodi della scienza contemporanea.


L’affermazione che “conoscere non è più ‘rispecchiare la realtà oggettiva’, ma entrare in relazione con essa, co-crearla” si allinea profondamente con il pensiero di Heinz von Foerster e la cibernetica di secondo ordine.

Punti chiave della cibernetica di secondo ordine:

  1. L’osservatore è parte del sistema osservato: contrariamente alla scienza tradizionale che considera l’osservatore esterno, qui si riconosce che ogni osservazione è influenzata dalla presenza, dalle aspettative e dalle strutture cognitive dell’osservatore stesso.

  2. Conoscenza come costruzione: la conoscenza non è una rappresentazione passiva del mondo, ma una costruzione attiva e partecipativa; ogni atto cognitivo è un atto creativo.

  3. Autopoiesi e sistemi viventi (in dialogo con Maturana e Varela): gli esseri viventi non rispondono in modo meccanico agli stimoli esterni, ma generano significato attraverso una rete di relazioni interne.

  4. Osservazione di secondo ordine: osservare un sistema implica osservare anche come si osserva. Il modo in cui si costruisce il sapere è parte integrante di ciò che si conosce.

In questa prospettiva, la realtà è co-costruita attraverso il linguaggio, il contesto e l’interazione: non c'è un accesso diretto alla “realtà oggettiva” ma una continua negoziazione di significati.


Heinz von Foerster (1911–2002) è stato uno dei pensatori più influenti nella nascita della cibernetica di secondo ordine, un approccio radicale alla conoscenza, ai sistemi e all’osservazione. Il suo pensiero è un ponte tra scienza, filosofia, epistemologia e etica. Ecco un approfondimento articolato in alcuni temi chiave:


1. Dalla cibernetica del primo ordine alla cibernetica del secondo ordine

  • Cibernetica del primo ordine: studia i sistemi autoregolanti dall'esterno, come se l'osservatore fosse neutro e separato.

  • Cibernetica del secondo ordine: l’osservatore è incluso nel sistema che osserva. Questo cambia radicalmente il concetto di oggettività: non esiste un punto di vista “fuori dal mondo”.

“L’oggettività è l’allucinazione condivisa da chi ha perso la consapevolezza di essere parte dell’osservazione.” — Heinz von Foerster


2. Costruttivismo radicale

Von Foerster è associato al costruttivismo radicale, un’epistemologia che afferma che:

  • Non “scopriamo” una realtà oggettiva, ma costruiamo mondi significativi attraverso le nostre strutture cognitive, sensoriali e linguistiche.

  • Non possiamo fare affermazioni su una realtà “in sé”, ma solo sulle esperienze che emergono dalla nostra interazione con essa.

Questa posizione rifiuta il realismo ingenuo e mette al centro la relazione soggetto-oggetto come costitutiva della conoscenza.


3. L’etica dell’osservatore responsabile

Von Foerster ha posto grande enfasi sull’etica che deriva dall'essere parte del sistema:

  • Se ogni nostra azione modifica il sistema osservato, allora siamo responsabili degli effetti che generiamo.

  • Questo porta a un'etica della co-creazione, in cui non si può essere “neutrali” o “oggettivi” in senso tradizionale.

  • Celebre è il suo “imperativo etico”:

    “Agisci sempre in modo da aumentare il numero di scelte disponibili.”

Questo si contrappone a imperativi morali rigidi e propone un'etica dell'apertura, della creatività e della responsabilizzazione.


4. Il ruolo del linguaggio e della comunicazione

Il linguaggio, per von Foerster, non è un mezzo per trasmettere informazioni oggettive, ma uno strumento per coordinare azioni e costruire significati condivisi.

  • La realtà non è semplicemente descritta, ma generata dal linguaggio.

  • Comunicare è un processo interattivo che dà origine a nuovi mondi interpretativi, non il passaggio di un pacchetto di dati da un mittente a un ricevente.


5. Implicazioni interdisciplinari

Il pensiero di von Foerster ha influenzato molti campi:

  • Psicologia e terapia familiare (es. scuola di Milano, Gregory Bateson)

  • Educazione (apprendimento come costruzione autonoma del sapere)

  • Filosofia della scienza (soprattutto epistemologia costruttivista)

  • Sistemi complessi e teoria dell'autopoiesi (con Maturana e Varela)

  • Intelligenza artificiale (critiche ai modelli meccanicisti della mente)


Conclusione

Von Foerster ci invita a vedere il mondo non come un oggetto da osservare, ma come un campo di relazioni da co-costruire. Il suo pensiero è tanto scientifico quanto poetico: mette al centro la responsabilità, la complessità, e la creatività dell’essere umano che conosce.

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Il punto è sempre questo: noi non ci limitiamo a osservare o riflettere una presunta realtà oggettiva, ma, essendo già una relazione soggetto/oggetto, co-determiniamo quella realtà. Questo però ci offre grandi opportunità. Perché significa che non siamo solo passivi, ma possiamo intervenire attivamente a forgiare il nostro destino. 

Quello che vediamo là fuori è già una proiezione di noi stessi. Per esempio, il caso della luce. Che non esiste in Sè, ma dipende dai nostri organi di percezione e dalla nostra mente. 

Ma c'è anche il problema del dualismo, fisico e psichico.... qual è l'uovo e quale è la gallina? E' il fisico che determina lo psichico o lo psichico che determina il fisico? Un po' entrambe le cose. I due si sono co-evoluti e co-daterminati. 

Questo ci porta a vedere lo psichico come un fatto materiale e il fatto materiale come un fatto mentale. Infatti, nei due campi vigono le stesse leggi e le stesse strutture oscillatorie duali. Ma questo dovrebbe portarci a trovare il ponte di passaggio tra i due, tenendo conto che noi siamo già pezzi di materia che sentono e pensano. Quindi il passaggio è già avvenuto e avviene sempre. Sentire, percepire, pensare sono già atti materiali. Vanno visti come relazioni tangibili tra soggetti e cose o tra cose e soggetti. 



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