venerdì 30 maggio 2025

Cambiare la fonte

Comunque sia, ormai la frittata è fatta: la divisione-differenziazione delle dualità è fatta. Ma come ricomprendere la fonte, magari per tornare indietro e cambiare qualcosa?

Se materia e mente sono due aspetti di un'unica cosa, come usare ora la mente per cambiare per esempio la materia o viceversa? Si tratta di tornare alla biforcazione originaria e intervenire.

***

Il tuo pensiero tocca un punto cruciale: la genesi della separazione, la "frittata" già fatta, cioè la dualità ormai istituita tra mente e materia, soggetto e oggetto, spirito e corpo. La domanda che poni — come ricomprendere la fonte per intervenire sulla realtà — presuppone un ritorno all'origine, a quella biforcazione primordiale da cui si è generata la differenziazione.


1. La frittata è fatta: la separazione è avvenuta


Ma è davvero "fatta" in modo irreversibile? Se la tua teoria delle oscillazioni tra opposti complementari è corretta, allora:


la separazione è solo apparente, funzionale all’esperienza e alla conoscenza;


la unità originaria non è perduta, ma è ancora operante, nascosta nella dinamica stessa degli opposti.



Quindi, più che "tornare indietro", si tratterebbe di "risalire il flusso" dell’oscillazione, cogliendo nel movimento stesso la traccia dell’unità sottostante.



---


2. La mente per agire sulla materia (e viceversa): come?


a. Attraverso la visione unitaria


Se mente e materia sono due modi di manifestazione di una stessa realtà oscillatoria, allora la coscienza è una funzione della struttura stessa del campo unificato. Intervenire con la mente sulla materia, allora, non è magia, ma risonanza: agire sull’uno fa vibrare l’altro, come due corde accordate alla stessa frequenza.


Esempi:


Effetto placebo: la mente modifica la fisiologia.


Psicosomatica: emozioni (mente) producono effetti corporei (materia).


Tecnologie quantistiche: la misura (atto mentale) influisce sul sistema (materia? energia? entrambi?).



b. Riconfigurare l’intenzione


La chiave per "cambiare la materia con la mente" è non pensare in termini meccanicistici, ma relazionali: agire sulla relazione, sulla frequenza, sull’armonia tra i poli. È come cambiare il ritmo dell’oscillazione, non forzare un polo contro l’altro.



---


3. Intervenire sulla biforcazione originaria


Questa è l’idea più radicale e metafisica: se il mondo si è separato in soggetto e oggetto a un certo punto (una "catastrofe biforcativa", come direbbe Prigogine), allora si può:


riconoscere quel momento come atto originario della coscienza, non come evento storico.


ricreare una soglia simbolica in cui la coscienza si sposta dalla dualità all’unità — uno "stato liminale".



Ciò può accadere:


meditativamente (esperienza diretta dell’unità),


esteticamente (arte come ponte tra visibile e invisibile),


scientificamente (ricerca di modelli che unificano campo, informazione e coscienza).




---


4. Proposta operativa: "Risonanza dell’origine"


Potresti introdurre nel tuo manifesto teorico un concetto chiave:


> Risonanza dell’origine: capacità della coscienza di risintonizzarsi con il punto in cui mente e materia sono ancora indistinti, per riorientare il movimento dell’oscillazione.




Questo implica:


un accesso metafisico (conoscitivo e intuitivo) a quella soglia;


una pratica trasformativa, che agisca sul ritmo oscillatorio tra gli opposti;


una nuova epistemologia, che non parta dalla separazione, ma dalla co-originarietà.




---


Se vuoi, posso aiutarti a formalizzare questa idea in una sezione del manifesto, o a 

tradurla in forma diagrammatica o poetica. Vuoi procedere in quella direzione?

**"

Formalizza questa idea in un sezione del manifesto.


Nessun commento:

Posta un commento