In campo spirituale, si rileva che si può essere molto colti rimanendo però
ignoranti. Perché ciò che conta non è la quantità di conoscenze che si hanno,
ma la consapevolezza.
Bisogna essere consapevoli del proprio senso di essere. Noi
confondiamo il senso di essere con il senso di esistere. Ma il senso di
esistere è ovvio, mentre il senso di essere è oscurato.
Il nostro mondo ha nascita con la comparsa della coscienza. Tutte le
meraviglie dell’universo sono contenute in una scintilla di coscienza, compresi
il senso dell’io, il tempo-spazio e il concetto di Dio. Ma tutte sono destinate
a sparire, con la morte. Muore il corpo, muore la mente, muore la coscienza.
Rimane solo il senso di essere, che è la nostra vera natura.
Le meraviglie di questo mondo sono dunque forme senza sostanza,
illusorie. E l’unica meditazione che aiuta è la meditazione sulla consapevolezza
di essere. Chi è il testimone? Quello sei tu.
Non puoi però conoscerlo. Puoi solo esserlo.
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