martedì 14 marzo 2023

Prima della coscienza

 

L’unica vera meditazione è concentrarsi sulla propria coscienza, grazie alla quale sentiamo di esistere. Dobbiamo cogliere il senso di esserci e scoprire da dove viene, cosa significa e che cosa c’era prima.

La nascita coincide con questo apparire, con cui sorge anche tutto il mondo. Non è la coscienza che emerge nel mondo, ma è il mondo che emerge dalla coscienza.

Si parte dalla propria coscienza individuale, ma la sfida è scoprire l’universalità della coscienza, che è il vero dio di questo mondo, in quanto lo plasma come vuole. Esiste un’unica coscienza frammentata in una miriade di esseri.

La “realtà” è quanto immagina la coscienza che si è accesa a poco a poco nel corpo umano e ci fa vedere ogni cosa. Ma di per sé non è visibile: è solo presente nella sensazione di esserci. È come il sole, che fa vedere se stesso e ogni cosa.

Sembra paradossale ma la coscienza emerge inconsapevolmente. Ma questo ci dice che la realtà ultima è qualcosa prima della coscienza.

 La cosa cui siamo più attaccati è la coscienza, e ci spaventa l’idea di doverla perdere con la morte. Ogni mattina, quando ci svegliamo, ci ripresenta il mondo e noi stessi. Quando però eravamo addormentati, non c’erano né noi né la coscienza né il mondo. E anche quando moriremo.  

Quindi la coscienza  ci presenta un mondo inconsistente, che può sparire da un momento all’altro. E, soprattutto, nasconde la nostra vera identità, che non era neppure cosciente di esistere, che non aveva bisogno della consapevolezza duale.

La nostra vera identità non è duale, come tutto ciò che appare alla coscienza.

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