venerdì 3 marzo 2023

Voi siete dei

 

Il senso di essere appare all’improvviso, non si sa come; nessuno l’ha chiesto, se non i genitori. Con esso appare la coscienza. Con la coscienza appaiono il mondo e l’io. E con essi appare il dualismo di vero-falso, bene-male, conoscente-conosciuto, piacere-sofferenza, ecc.

Ma che cosa c’era prima?

Dobbiamo presumere che non ci fosse né essere né non-essere, né coscienza né incoscienza, né sapere né ignoranza – uno stato unitario. E nessuno sentiva mancanze, anche perché tutti erano uniti.

Invece adesso ci sono dei genitori che sentono una mancanza: quella di essere individui finiti e di aver bisogno di figli che proseguano la vita. Dunque la vita, attraverso gli individui, difende se stessa. E di conseguenza affonda nel dualismo delle emozioni e dei pensieri.

Se però ci identifichiamo nel e col senso di essere, sappiamo che lo perderemo, con la morte.

Ma la nostra vera identità è quella del testimone di questo senso di essere, perché ciò che dice “io sono” deve essere prima del senso di essere. È quello che non nasce e non muore.

Se ci identifichiamo con il corpo, con la mente, con il senso di essere e con la coscienza che fa apparire il mondo, è certo che perderemo tutto.

Le cose che hanno un inizio nel tempo, avranno una fine.

Ma se ci identifichiamo con il testimone di tutto, non lo perderemo. Siamo a casa.

Ma, per farlo, occorre immergersi nella meditazione, insediarsi stabilmente nel Sé e liberarsi di tutti i condizionamenti e tutte le idee false.

Purtroppo le religioni vivono di riti, di tradizioni, di libri sacri, di comandamenti e di devozione a Iddi immaginari. E così, impediscono la concentrazione sull’unico vero essere, che è dentro di noi, in noi, che è noi, non sugli altari o nelle chiese.

Voi siete Dio, non l’idoletto esterno che venerate.

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