giovedì 16 marzo 2023

La coscienza infelice

 

Senza la coscienza, che ne è dell’io, del mondo, del tempo, di Dio? Nessuno ne saprebbe niente. Dunque il mondo appare con quella particolare sensazione che è il senso di essere. È proprio il nostro senso di essere che fa apparire il mondo. Come una luce che si accenda all’improvviso e faccia vedere le cose.

E non è che l’abbiamo cercata o che l’abbia accesa qualche dio. È apparsa da sé, spontaneamente, inconsapevolmente, senza che ne sentissimo il bisogno.

Dunque, il mondo appare con il nostro senso di essere, siamo noi i creatori. Ma quanto dura? Dura finché siamo svegli. Quando poi ci addormentiamo ne appare un altro, il mondo di sogno. E, quando non sogniamo o siamo morti, tutto scompare. Scompare in un attimo, con le stelle, le galassie, i pianeti, le nebulose, i buchi neri e le comete.

Scompare come quando si spegne la luce e non si vede più nulla.

Non si vede più nulla perché era come un film o un sogno. Un gioco illusionistico, una fantasmagoria di luci e colori. Che sparisce in un attimo, portando con sé il corpo, l’io, la coscienza, il tempo, la mente.

Di conseguenza, tutto ciò che conosciamo e amiamo è temporaneo, è destinato a durare poco. E questo è un pensiero angosciante. Quando si accende la coscienza, si accende l’angoscia o un amore disperato. Anche la nostra identità è evanescente, confusa.

Ma che cosa c’era prima? Non possiamo dire “nulla”, perché ciò che se rende conto non può essere nulla. È colui che percepisce, il testimone.

D’altra parte, il nulla assoluto non può esistere, perché, se affermo che esiste, come faccio a dire che non esiste?

Dunque, prima c’era qualcosa che non era consapevole di sé e all’improvviso lo è diventato. Un soprassalto dell’essere che ha dato origine a noi e a tutto quel che vediamo.

Solo che prima non c’erano mancanze, desideri, sofferenze, malattie, morti, nessun bisogno. E poi sono apparsi. Come fare a uscirne?

Con la morte ne usciremo e ritroveremo la nostra identità. Quella che abbiamo sempre avuto e che non può né nascere né morire.

Ma sarebbe meglio rendersene conto subito, finché siamo in vita, in modo da non cadere in false credenze che ci possono confondere le idee e destabilizzare a lungo.

4 commenti:

  1. Le analogie della natura possono ancora venirci in soccorso. Quando ci svegliamo c'e' una fase di transizione, cosi quando ci addormentiamo, i nostri pensieri, emozioni hanno bisogno di assestarsi. Perché' con la morte non potrebbe esserci quella fase di introspezione, in cui siamo confrontati con le nostre emozioni, incubi, quello che credevamo buono? Prima di perdere "la coscienza" E' una possibilità'. Cosi come appunto se oggi la realtà' non esiste, cosi come il nulla, nel momento in cui viviamo sintonizzati non su noi stessi, potremmo avere un'altra visione di questa vita, perché' non potrebbe succedere nella morte. Se esiste una reincarnazione diciamo "quantistica/scientifica" non religiosa col principio che nulla si crea, nulla si distrugge, può' darsi che alcuni atti di questa vita possano essere "trasmessi". Giusto supposizioni amorevoli, senza dogma. Giova.

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  2. in altri termini possiamo conservare un sano agnosticismo, ben allontanandoci da credenze, ma cercando l'essenza della morte nella meditazione mentre siamo qui. ancora grazie per il libro bellissimo sulla meditazione nel cristianesimo, ma questo suggerisce che una "teologia" negativa, possa avvicinarci alla morte, nel senso di liberazione, invece che di semplice annichilamento, che chissà' forse pure esiste. Giova

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  3. Forse ci sono altri mondi, altre nascite, altri dei, altre possibilità di vita. Ma sarebbero in ogni caso inconsistenti e illusorie. Prodotti della mente o dell'inconscio o di qualche dio ingannevole. Ma la nostra vera identità è sempre oltre.
    Non so se conserveremo qualche ricordo delle nostre vecchie identità. O se ci sarà un allargamento e basta.
    In ogni caso la morte è una speranza. Anche se sarà la fine del conosciuto.
    Lo so, noi vorremmo conservare amicizie, amori, legami vari. Vorremmo reincontrare certe persone morte. Cioè vorremmo un'altra vita, più o meno simile a questa, magari un po' meglio. Ma la morte è la fine di tutto... anche della fine e dell'inizio.

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    1. diceva Toto': la morte 'o sai che e', e' una livella! Mentre Vasco Rossi: Quanta gente e' convinta che ci sia nell'aldila' qualche cosa chi sa, quanta gente comunque ci sara' che si accontentera'. Elon Musk non si e' accontentato, in una sua intervista recente spiega che la sua spinta esistenzialista lo ha spinto a lavorare cosi duro, per salvare questa terra, per contribuire ad allargare la nostra coscienza di essere umani, salvando la terra(tesla/veicoli elettrici), andare su altri pianeti per allargare la coscienza(spaceX). Una lettura di Hitch guide to the galaxy, gli diede la chiave, l'universo e' la risposta, noi dobbiamo fare la domanda, forse e' lo stesso per la morte, una risposta, come ci poniamo noi, nichilisti, agnostici, cattolici, atei, e' la domanda. Buona domenica. Giova.

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