sabato 25 marzo 2023

La nostra vera identità

 

La luce del sole compare e scompare, ma, quando scompare, non possiamo certo dire che è morta. Così è per il nostro comparire e scomparire: non possiamo dire che siamo morti. Certo, qualcosa scompare: il corpo e la mente. Ma c’è qualcosa che non muore, per il semplice fatto che non era mai nato.

C’è qualcosa che, per “essere”, non ha bisogno neppure di esistere. Dico “essere” perché non ho una parola adatta a definirlo.

Possiamo rifiutarci di nascere? Possiamo impedire lo scorrere del tempo? Possiamo rifiutarci di “morire”? Possiamo farci amare da chi non ci ama? Possiamo amare ciò che non amiamo?

Dunque la nostra libertà a che cosa si riduce? A svoltare a destra anziché a sinistra? Ben poco… C’è da chiedersi se siamo veramente gli autori delle nostre azioni, o semplicemente degli automi che reagiscono.

Questi automi hanno il terrore di morire, perché pensano di scomparire nel nulla. E quindi si sono inventati religioni che negano la morte e fantasticano di un aldilà in cui saremmo di nuovo tutti vivi e con la nostra solita identità. I cristiani affermano addirittura che, alla fine dei tempi (quando?), ricupereremo i nostri corpi!

Tralasciando tutti i problemi che ne nascerebbero, ci sarebbe comunque il problema di chi si è comportato male. E allora ecco le fantasie dei purgatori e degli inferni. Non parliamo del paradiso dei musulmani dove ci sarebbero vergini a disposizione dei fedeli. Insomma si riprodurrebbe nell’aldilà ciò che vorremmo o abbiamo vissuto nell’aldiqua.

Così viene negata la morte stessa.

Invece la morte è la fine del corpo, della coscienza e dell’identità abituale, che sono in realtà la nostra schiavitù, un sogno o un’illusione. Non per nulla si parla di liberazione.

Che cosa rimane?

Rimane la nostra vera identità, che non è definibile in termini umani.

In realtà, tutto ciò che è definibile con la mente non è vero, è una falsificazione.

Nel sonno profondo, nel samadhi e nella morte si verifica l’oblio di ciò che siamo attualmente. Ma, anziché essere una perdita, è una conquista.

Conquistiamo la realtà, la fine della separazione.

Noi ci crediamo individui separati. Ma in effetti siamo un tutt’uno.

La verità è che non siamo né la coscienza né le cose di cui siamo coscienti, ma ciò che le conosce. Questa è la nostra vera identità.

Nessun commento:

Posta un commento