Il mondo è popolato di religioni, con i loro dogmi, i loro riti e le
loro fedi. C’è chi si dice cristiano, musulmano, ebreo, induista, buddhista e
così via. Ma che cosa c’era prima di queste religioni? Ce n’erano altre o
credenze in altri dei, per lo più personificazioni delle forze della natura.
C’erano sacrifici animali o umani. Avete presente gli dei egizi, greco-romani o
incaici? Pensate che gli incas furono distrutti perché scambiarono gli invasori
spagnoli per dei. E ci furono culti strani, come quelli del sole, della luna o
del fuoco, in tutto il mondo, che lasciarono monumenti quali le piramidi o i
templi megalitici. Insomma c’è stato di tutto.
E ci sono stati dappertutto sacerdoti, indovini, sciamani e profeti
che hanno detto di aver portato la verità o la salvezza. “Credete in me e
sarete salvi.” Ma da che? Evidentemente dalla morte, dalla fine,
dall’estinzione.
Il che ci riporta al motivo di queste credenze: poter sfuggire alla
morte.
Peccato che non ci sia nessuna prova delle loro promesse, dato che
comunque i morti non ritornano a raccontarci le loro esperienze. Ci sono sì i
resoconti di qualcuno che è stato dato per morto e poi è ritornato a vivere. Ma
resta il fatto che non sono veramente morti, che non tutti hanno queste esperienze,
che i racconti sono differenti (luci, tunnel, senso di amore, auto-giudizio…),
che nessuno dice di aver incontrato Dio in persona, che si riferiscono pure
esperienze terribili, che tutti sono tornati malvolentieri in questa valle di
lacrime e che nessuno – tranne pochi fanatici – parla di religioni.
In realtà l’unica cosa su cui possiamo contare è la nostra coscienza.
È lei che ci dice che siamo vivi. È lei che parla di Iddii. E, senza di lei,
non ci sarebbe nessun dio.
Ma che cosa c’era prima della coscienza?
Qualcuno che non esisteva e che è spuntato fuori dal nulla con la
coscienza, magari creato da qualche dio? O qualcuno che già esisteva ma non ne
era consapevole?
Perché in questo caso l’errore può essere stato creato dalla coscienza
stessa, che si ritiene legata ad un corpo e ad una mente specifici.
E se invece la nostra vera identità fosse quella che c’era prima della
coscienza?
Quando moriamo, non è l’identità a finire, ma il tempo. Il tempo e il
mondo sono nati con la coscienza, sono sue proiezioni.
La vera identità non nasce e non muore. È stato solo travisata dalla
coscienza, che l’ha scambiata per un corpo e una mente.
L’identità originale non può essere conosciuta né pensata perché non è
duale. E noi possiamo conoscere e pensare solo ciò che è diverso da noi. Ma l’identità
fondamentale è esattamente ciò che siamo. Dunque…
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