Dunque, non pregate Dio come un essere esterno, ma immedesimatevi in
voi stessi, alla ricerca dell’unità trascendente. È sulla vostra coscienza che
dovete far perno, anche perché senza coscienza non ci sarebbe nessun Dio.
Inoltre, se il mondo fosse stato creato da qualche “Signore” (e non
spontaneamente) dovremmo chiedergli conto della particolare ferocia con cui è
stato fatto, della spietata selezione del più debole (altro che amore!) e
dell’indifferenza verso la sorte degli individui. Certo, agli occhi di Dio,
tutto si tiene, tutto è armonico e coerente, tutto va bene, ma agli occhi del
singolo (che non vede l’insieme) la sofferenza e l’angoscia sono devastanti.
Un ipotetico Creatore sarebbe responsabile di tutto questo. E sarebbe
responsabile della morte.
Se invece tutto si crea da sé, si capiscono le ingiustizie. Il mondo
non è stato creato per la felicità dei singoli, ma per il funzionamento
compensativo delle parti.
E poi Dio avrebbe creato per sé l’immortalità e per tutti gli esseri
la mortalità. Un bell’egoismo.
Invece, ciò che noi riteniamo creato da Dio è in realtà immaginato
dalla coscienza, che è sempre divisa e divisiva tra bene e male.
Ma il vero Dio sta al di là di questa lotta dei contrari. E lo sei tu
stesso. Cioè, sei la sostanza di cui è fatto il divino.
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