domenica 24 gennaio 2016

L'immobilità

Lao-tzu osservava che, per far tornare l’acqua limpida, bisogna mantenerla ferma: a poco a poco, il fango si depositerà sul fondo e l’acqua tornerà ad essere trasparente.
Lo stesso avviene per la mente: più la teniamo immobile, più diventa limpida.
Ma come si fa a mantenerla immobile? Innanzitutto passiamo per il corpo.
Negli Yogasutra di Patanjali si dice che l’asana, la postura del corpo, deve essere comoda e stabile.
Non è facile tenere il corpo immobile, perché c’è sempre qualcosa che si muove: il cuore, la circolazione del sangue, i polmoni, gli occhi, ecc. Ma intanto possiamo tenere fermi gli arti, la testa e il tronco. La posizione deve essere eretta ma non rigida. Di solito è seduta, ma si può stare anche in piedi o sdraiati.
Ora fermiamo gli occhi: non sbattiamo le ciglia, non deglutiamo, non tiriamo su col naso. Di solito, se si fermano gli occhi, si immobilizzano anche i pensieri. E questo è il nostro obiettivo.
Possiamo infine chiudere gli occhi, espirare a fondo, trattenere il respiro e concentrare lo sguardo sulla luminosità interiore.

Qui scompaiono il mondo e il corpo stesso, e ci troviamo proiettati nello spazio infinito.

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