martedì 22 dicembre 2015

Tra il dire e il fare: la misericordia

Adesso è di gran moda la parola “misericordia”. Alla radio e alla televisione non si parla di altro: è la nuova parola d’ordine di una cultura priva di senso critico e pronta a intrupparsi, per mancanza di idee, dietro le bandiere clericali.
Tanti bei discorsi sulla misericordia, ma poi, in questo paese, per colpa di una religiosità bigotta e ignorante, quando un malato terminale vuole interrompere la sofferenza e scegliere consapevolmente di morire, è costretto a compiere viaggi in Svizzera e a spendere migliaia di euro. E non ci dimentichiamo i casi di Emanuela Englaro e di Welby… tutti da addebitare alla misericordia cattolica.
Una religione che nega questo diritto naturale, ha un carattere sadico ed è nemica dell’autodeterminazione degli uomini. Per questi nostri cristiani di facciata, i nuovi farisei, Dio resta il padrone che non vuole la libertà delle sue creature e La Chiesa resta quella che è sempre stata: una corrotta organizzazione per la sottomissione degli esseri umani ad un sistema autoritario.

C’è misericordia per tutti, ma non per i moribondi; chissà perché.

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