giovedì 17 dicembre 2015

Morte e vita

Una mente positiva e assertiva ragiona sempre in termini di vita e di accrescimento. Così, quando si trova a pensare o ad affrontare la morte, sua o di qualche essere che ama, si sente spiazzata: non vede che senso abbia, che cosa possa dare o apportare. Sembra la fine di tutto, una disfatta.
Ma si tratta di un errore di prospettiva.
È necessario pensare alla vita dalla prospettiva della morte.
La morte non è un incidente di percorso, ma è parte costitutiva della vita.
La vita esiste perché c’è la morte – non contro o nonostante la morte.
La morte è la prima è la più fondamentale delle contemplazioni da eseguire quotidianamente.
Ognuno può morire in ogni momento. E che senso ha questo accrescersi per poi dover lasciare tutto? È questa la giusta prospettiva da cui guardare al fenomeno della vita.

È come un’immensa voragine da cui si esce e si entra continuamente, con brevi soste sul bordo. Se non si tiene conto di questo duplice movimento, non si ha una giusta visione.

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