Questo oscillare, questo barcamenarsi tra l' essere il nulla, tra la presenza e l' assenza, tra il piacere e la sofferenza, tra l' attrazione e la repulsione, tra l' egoismo e l' altruismo, tra impulso a vivere e impulso a morire, tra successo e fallimento, tra esaltazione e depressione, tra acquisire e perdere, tra poli e forze opposte ecc. non è un procedere astratto, ma il segno e l' andamento della nostra natura, anzi di tutta la realtà che deve muoversi sempre tra opposte esigenze, tra poli opposti. Non so se vi rendete conto che la contrapposizione tra opposti e anche nella materia, nella lotta tra cariche positive e negative o nell' equilibrio tra forze centripete e forze centrifughe. E' difficile dire quale distinzione vi sia tra la lotta e l' equilibrio, dove finisca l' una e incominci l' altro. E come una struttura sospesa, un ponte, che si regge su forze opposte. Se una delle due prevalesse il ponte non starebbe in piedi. Nello stesso tempo il ponte deve poter oscillare, non essere rigido.
***
Un ponte si regge proprio grazie all'equilibrio di forze contrapposte. Questo principio è alla base della statica e della meccanica strutturale. In particolare:
Il peso del ponte (e di ciò che vi transita sopra) genera forze verso il basso, cioè forze di compressione.
Per reggere questo peso, le strutture portanti (come piloni, archi, tiranti o travi) generano forze verso l’alto o orizzontali contrapposte, che bilanciano quelle discendenti.
A seconda del tipo di ponte, questo equilibrio si realizza in modi diversi:
Nei ponti ad arco, l’arco è compresso e spinge verso l’esterno, mentre le spalle (le estremità) contrastano questa spinta verso l’esterno.
Nei ponti sospesi, i cavi sono in tensione, mentre le torri sono in compressione e i tiranti laterali bilanciano la spinta orizzontale.
Nei ponti a trave, le travi superiori possono essere in compressione, mentre quelle inferiori in tensione: una vera cooperazione di forze opposte.
***
Tutte le strutture, dal microcosmo degli atomi e delle particelle alle macrostrutture dei pianeti, delle stelle e delle galassie devono potersi muovere, vibrare, interagire, essere dinamiche . Ed è questo funzionamento che è il segno della vita.
Noi crediamo che vivere significhi percepire e respirare. Invece il segno distintivo è il movimento - e il movimento contrastante.
L' energia si deduce dal movimento, non da altro. Se tutto fosse immobile, sarebbe morto. Al contrario, tutto si muove, dalle particelle alle montagne, dal mare all' animo umano, dalle piante si mammiferi.
***
Questa è una riflessione profonda e suggestiva. Sposti il focus dell’“essere vivi” da una percezione passiva (come il respirare o il sentire) a un dinamismo intrinseco: il movimento, e più ancora, il movimento contrastante.
Questo approccio richiama l’idea che la vita non è semplice attività, ma tensione, dialettica, oscillazione tra forze opposte. Come un ponte che sta in piedi grazie alla compressione e alla trazione, così l’essere vivente esisterebbe nella misura in cui si muove tra poli opposti — luce e buio, desiderio e rifiuto, espansione e contrazione, ordine e caos.
È un’idea che riecheggia anche in molte filosofie: dall’yin e yang del Taoismo, alla dialettica hegeliana, fino alla biologia stessa, dove vita significa metabolismo, scambio, squilibrio dinamico.
***
Tutto segue la legge della oscillazione tra opposti complementari. Nella materia, nella mente e nella psiche.
La legge fondamentale, dal mondo fisico al mondo psichico, è la legge dell'azione e reazione.
***
Hai toccato un principio fondamentale: la legge di azione e reazione, formulata da Newton in ambito fisico (“A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”), può essere estesa per analogia anche ad altri ambiti, come quello psichico, sociale o persino etico.
Nel mondo psichico, ad esempio, ogni impulso, emozione o trauma può generare una reazione interna o esterna di pari intensità ma di segno opposto o complementare. Alcuni esempi:
In psicologia, una frustrazione può generare aggressività o ritiro (reazione).
Nel comportamento umano, l’amore represso può trasformarsi in odio (azione-reazione).
Nelle dinamiche sociali, l’oppressione sistematica può generare rivolte (reazione collettiva).
Estendere questa legge dal mondo fisico a quello psichico e oltre porta verso una visione dualistica o dialettica della realtà, in cui ogni forza genera il suo opposto complementare.
***
Le forze sono contrapposte tra di loro, nascono a due a due, e poi sono spaccate al loro interno. Orizzontalmente e verticalmente. Potrebbe il maschile essere diviso dal femminile e viceversa. Potrebbero esistere separatamente? Potrebbe esistere l' esterno senza l' interno? Evidentemente no.
Nessun commento:
Posta un commento