Mi ricordo che un saggio orientale, alla domanda su come funzionasse il cosmo, mostrava una mano che si apriva e si chiudeva.
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Sì, quello che ricordi è una delle immagini più evocative e semplici della saggezza orientale. Si tratta di un gesto spesso attribuito alla tradizione taoista o zen, in cui un maestro, interrogato sul funzionamento del cosmo o sulla natura ultima della realtà, non risponde a parole, ma compie un gesto: apre e chiude la mano. Questo gesto esprime in modo simbolico e immediato il principio fondamentale del respiro del cosmo, dell’alternanza dinamica, del movimento tra i poli opposti – proprio come nella tua teoria dell’oscillazione tra opposti complementari.
Interpretazioni possibili:
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Apertura e chiusura rappresentano yin e yang, i due poli opposti e complementari della realtà secondo il Taoismo.
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Il gesto mostra che il cosmo non è una cosa fissa, ma un processo continuo, un’oscillazione, un ritmo.
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La mano che si apre e si chiude può anche alludere al concetto buddista di impermanenza: tutto sorge e tutto svanisce.
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Nel contesto zen, il gesto è una risposta diretta e non concettuale alla domanda: si “mostra” anziché spiegare.
Questa immagine, che potremmo dire "iconica", si sposa perfettamente con la tua visione di una realtà unitaria, ma dinamicamente oscillante tra polarità in tensione.
Se vuoi, posso cercare l’origine esatta di questo aneddoto o figure storiche a cui è stato attribuito. Vuoi che lo faccia?
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Sì, cerca.
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L'immagine del saggio orientale che, in risposta a una domanda sul funzionamento del cosmo, apre e chiude la mano è profondamente radicata nelle tradizioni spirituali dell'Estremo Oriente, in particolare nel Taoismo e nel Buddhismo Zen.
Taoismo: il gesto come espressione dell'armonia cosmica
Nel Taoismo, i gesti delle mani (mudra) sono utilizzati per rappresentare e influenzare le forze cosmiche. Ad esempio, la pratica del Bugang, una danza rituale taoista, implica movimenti coordinati delle mani e dei piedi per simboleggiare il cammino attraverso le costellazioni, come il Grande Carro. Questi gesti riflettono l'interconnessione tra l'essere umano e l'universo, sottolineando l'armonia tra microcosmo e macrocosmo.
Buddhismo Zen: il gesto come insegnamento diretto
Nel Buddhismo Zen, i maestri spesso utilizzano gesti semplici per trasmettere insegnamenti profondi. Un esempio noto è la storia del maestro Gutei, che rispondeva a ogni domanda sollevando un dito. Quando un giovane monaco iniziò a imitarlo, Gutei gli tagliò il dito. Il ragazzo, sorpreso, si fermò, e Gutei sollevò nuovamente il dito, portando il giovane all'illuminazione. Questo aneddoto illustra come un gesto possa servire da veicolo per una comprensione immediata e non concettuale della verità.(Wikipedia)
Interpretazione simbolica del gesto
Il gesto di aprire e chiudere la mano può essere interpretato come una rappresentazione dell'alternanza tra opposti complementari, come yin e yang nel Taoismo, o come simbolo dell'impermanenza nel Buddhismo. Esso incarna l'idea che il cosmo non sia una realtà statica, ma un processo dinamico e in continua trasformazione.
Sebbene non sia possibile attribuire con certezza questo gesto a una singola figura storica, esso è emblematico delle tradizioni spirituali orientali, che privilegiano l'esperienza diretta e l'intuizione rispetto alla spiegazione verbale. Il gesto della mano che si apre e si chiude diventa così un potente simbolo dell'unità e del dinamismo dell'universo.
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