giovedì 15 maggio 2025

L' autoipnosi


Come praticare l'autoipnosi la mattina mi ha trasformato nella versione meno stressata di me stessa

È economica e non richiede appuntamenti. Ma funziona? Sì, anche meglio della meditazione, secondo l'autrice di questo articolo. Che ci spiega come questa pratica le ha cambiato (in meglio) la vita

di Morgan Fargo

14 maggio 2025


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autoipnosi

Maria Korneeva

Autoipnosi mattutina: che cos'è, come praticarla e quali sono i suoi benefici

A raccontarla, la mia routine mattutina può sembrare il delirio di una pazza. Appena alzata, per prima cosa sporgo la testa fuori dalla finestra e guardo il cielo (non il sole, sia chiaro). Se è una giornata particolarmente bella, mi siedo in giardino, sperando che i vicini ignorino il mio pigiama spaiato. Poi riscaldo una tazza di brodo di ossa, aggiungo un cucchiaio di aceto di mele e torno a letto, portando l'intruglio con me. A quel punto, sfrutto il tempo che il predetto brodo impiega a raffreddarsi per ipnotizzarmi e diventare la versione migliore di me stessa, il tipo di persona che non si mette a guardare il telefono appena sveglia, non pratica lo scrolling compulsivo, non si nutre di stress e non si critica all'infinito. Se tutto questo non vi sembra irrimediabilmente folle, continuate a leggere per conoscere il resto.


Ho scoperto l'ipnosi grazie a un'amica che, dopo una relazione finita (veramente) male, ha avuto un esaurimento nervoso. La psicoterapia, i trattamenti olistici e l'ipnoterapia l'hanno aiutata a superare l'ansia paralizzante, i dubbi su se stessa e la tristezza che provava ogni giorno. Una volta emersa dalle trincee del cuore spezzato, era più calma, più controllata e padrona di sé rispetto a prima della separazione. Questa sua guarigione mi ha portato a chiedermi se il merito andasse ascritto alle sessioni di ipnoterapia a cui si era sottoposta.


Ipnoterapia: che cos'è?

Dimenticate le sferette di metallo che oscillano dolcemente o la minaccia del controllo mentale, perché l'ipnoterapia, in realtà, non è che uno stato di estremo rilassamento. «È una tecnica che utilizza l'ipnosi, uno stato di attenzione aumentata e suggestionabilità simile alla trance, per cercare di aiutare le persone a modificare pensieri, emozioni e comportamenti», spiega la neuroscienziata Anne-Sophie Fluri. «Il processo inizia con un'induzione ipnotica, che può tradursi in qualcosa di simile a prompt vocali in grado di aiutare la persona a rilassarsi profondamente e a spostare l'attenzione verso l'interno». Una volta raggiunto un livello di rilassamento profondo, il medico fornirà “prompt terapeutici”, finalizzati ad apportare cambiamenti positivi o ad avvicinarsi ai risultati desiderati dal paziente.


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Conoscevo già l'ipnoterapia tradizionale, avendola provata per superare la paura di volare. E devo dire che aveva funzionato molto bene, attenuando quegli intensi attacchi di panico che provavo ogni volta in cui mettevo piede in un aeroporto. Adesso, tuttavia, i miei obiettivi erano meno circoscritti, essendo incentrati, più in generale, sul miglioramento personale e sul cambiamento delle abitudini. Andava poi considerato l'aspetto finanziario. Volevo qualcosa che fosse disponibile su richiesta e non gravasse sul mio budget. L'autoipnosi mi è sembrata la soluzione migliore.


Ipnoterapia e autoipnosi: qual è la differenza ?

L'autoipnosi è una forma di ipnoterapia che non richiede la presenza fisica del terapeuta e consiste nell'ascoltare sessioni preregistrate e assorbirne il contenuto. È più economica dell'ipnoterapia tradizionale e non richiede un appuntamento. «Si tratta di guidare se stessi nello stesso stato di concentrazione che si raggiunge durante l'ipnoterapia, ma senza la presenza di un terapeuta esterno», spiega Fluri. «Il processo di base è il medesimo: concentrare l'attenzione, rilassarsi profondamente e diventare più aperti alle suggestioni. La differenza sta, per così dire, in chi guida la nave: nell'ipnosi è il terapeuta, nell'autoipnosi siete voi».


Quali sono i potenziali benefici dell'autoipnosi?

La prima applicazione che ho trovato, Doddle, dell'ipnotista Emily Leyes, è rapidamente diventata una delle mie due preferite. Ci sono sessioni per tutto: per migliorare la qualità del sonno, ridurre lo stress, aumentare la concentrazione, favorire la motivazione sostenuta, l'adozione di abitudini, l'auto-visualizzazione futura... Grace, dell'ipnoterapeuta Grace Smith, è l'altra applicazione a cui mi sono affezionata. Le sessioni sono più lunghe e un po' più di nicchia e coprono temi come la genitorialità, la sindrome dell'intestino irritabile (che può essere esacerbata dallo stress) e l'insonnia. A differenza della meditazione o delle affermazioni positive, che, a onor del vero, non mi hanno aiutato (nel primo caso, l'effetto era addirittura quello di agitarmi e ridurre i miei livelli di concentrazione), l'ipnosi mi ha offerto una forma di rinforzo positivo che non mi ha fatto sentire come se dovessi compiere uno sforzo per riceverlo. In una delle sue sessioni, Leyes ricorda all'ascoltatore di non stressarsi se la concentrazione comincia a calare: da qualche parte, nel profondo della materia grigia, l'informazione viene assorbita.


L'autoipnosi funziona davvero?

Ovviamente, la prima domanda che ci si pone è sempre la stessa: funziona? Per molti versi, sì. Mi sono sentita più calma e meno in preda al panico in situazioni in cui il mio sistema nervoso simpatico (stressato) sarebbe invariabilmente entrato in azione. Sono stata in grado di identificare più chiaramente i momenti in cui tendo a ricorrere al burro di arachidi come sostegno emotivo, piuttosto che a una dose di grassi sani. Per quanto riguarda lo scrolling compulsivo, ho trovato e scaricato un'applicazione che blocca irrimediabilmente (leggi: non può essere annullata) i social media per un'ora ogni mattina. Trascorrere del tempo, appena alzata, visualizzando la me stessa del futuro e le decisioni che vorrei che quest'ultima prendesse ha reso più facile il cambiamento: dall'imparare a mettermi in modalità off-line al resistere alla tentazione di aprire l'anta degli snack.


Vorrei sottolineare, tuttavia, che “ipnoterapia” non è un sinonimo di “magia”, e lo stesso vale per l'autoipnosi. Come altre pratiche, richiede un'applicazione costante per ottenere risultati. «Le persone che si aspettano benefici immediati, senza alcuno sforzo, spesso finiscono per provare un senso di frustrazione», nota Fluri. «Inoltre, in assenza di una guida, è facile consolidare schemi inutili, se i suggerimenti non sono ben ponderati. L'autoipnosi funziona meglio se combinata con intenzioni chiare e, magari, con una formazione iniziale da parte di un professionista». L'esperta avverte che potrebbemnon funzionare per tutti.


Come funziona una seduta di autoipnosi?

La maggior parte delle sessioni inizia con una “induzione ipnotica”. Questa può tradursi nel lasciarsi guidare attraverso una serie di esercizi di respirazione lenta o di tecniche di visualizzazione. Lo stimolo di visualizzazione più comune è quello che richiede all'ascoltatore di immaginarsi in cima a una scalinata, una scala mobile o un ascensore che scendono verso un luogo sicuro o felice, a propria a scelta. Quando si raggiunge tale luogo sicuro, vengono offerti dei suggerimenti per aiutare a conseguire l'obiettivo prescelto. Per esempio, nell'ipnosi incentrata sul “sé futuro”, quella che pratico quasi ogni mattina, Leyes pone le seguenti domande: «Quali sono i punti di forza interiori di questa futura te stessa?» e «Quali sono i tuoi pensieri ricorrenti come futura te stessa sicura di sé?». Al di fuori del contesto, queste domande potrebbero indurvi a rinunciare: il pensiero di impegnarvi in qualcosa di così serio potrebbe risultare scoraggiante. Ma quando siete in una condizione di rilassamento e apertura mentale, in cui il critico interiore è stato messo a tacere, queste domande possono gorgogliare tranquillamente in sottofondo, creando un senso di possibilità e di speranza.


Con quale frequenza si dovrebbe praticare l'autoipnosi?

Per quanto riguarda la frequenza con cui l'autoipnosi andrebbe praticata, esistono varie scuole di pensiero. Secondo il dottor Randolph Willis, direttore medico della Clinic Les Alpes di Montreux, in Svizzera, dipende dai vostri impegni. «L'autoipnosi dovrebbe essere praticata almeno una volta al giorno, ma può assumere diverse forme», dice. «Una sessione lunga, ad esempio 30 minuti al mattino appena svegli, per iniziare la giornata, o diverse sessioni brevi quotidiane, solo per aumentare l'energia e far salire il morale. Infine, all'autoipnosi si può ricorrere quando si presentano situazioni scatenanti – fobie, traumi –, per ridurne l'intensità o eliminare i sintomi spiacevoli a esse associati».


Fluri ha un approccio più rilassato: sessioni di 10-20 minuti, da 3 a 5 volte alla settimana.

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