Vedete, non vi sto parlando di contraddizioni del pensiero duale, ma di un contrasto della natura, della realtà, che si esprime attraverso una tensione dinamica tra opposti complementari.
Questo vuol dire che non esisterà mai un tempo senza guerre. Se ci scontriamo fin dai tempi dei primi ominidi, qualcosa vorrà pur dire. Guardate gli animali in natura: sono sempre in lotta fra di loro per accoppiarsi o per possedere un territorio. Osservate i nostri cani come marcano il territorio e come si combattono tra maschi. Senza contare la lotta di ciascuno contro tutti per poter mangiare o mangiarsi. Perfino le piante lottano per la luce, per chi sale più in altro.
Ora non ha senso andare tra gli animali e dire: " Siate buoni! Amatevi!" Il lupo vi risponderà: "Io non sono cattivo: devo pur mangiare. Se ammazzo qualche gallina, sono costretto a farlo!" E ha ragione.
Però un giorno arriva un uomo come Gesù e predica: "Siate buoni. Amatevi a vicenda... come il Padre vostro vi ha amato..."
Un momento! Chi è che ha creato questa legge per cui tutti dobbiamo lottare contro tutti? Chi, se non quel Padre?
Se lo considerate il Creatore, è con lui che dovete prendervela. Voi dite: "Ma gli uomini sono dotati di ragione e possono anche non farsi la guerra. "
Vero, ma non sono dotati solo di ragione. Anche di istinti, di non razionalità, di conflitti interni. Sono permeati come tutti gli animali, anzi come tutti gli esseri viventi, di un' aggressività naturale. Senza aggressività, nessuno sopravviverebbe. Guardate i nostri bambini. Non giocano alla guerra, non si organizzano in bande, non si confrontano e non competono? Perché non c'è solo la guerra, ma la competizione, lo sport, le gare, il voler arrivare primi. Pensate che anche tra i discepoli di Gesù c'era la gara ad arrivare primi, a essere superiori agli altri, a gareggiare per sedere più vicino a Dio. Dunque?...Credete che nell' aldilà non ci sia competizione... magari ad essere più angelici, a risiedere nella cerchia più intima, a contare di più?
Dove non c' è questa competizione? Che traspare chiaramente nel mito degli angeli ribelli. Non erano felici questi angeli? Erano anche loro in competizione? Erano invidiosi. Volevano più potere!
Poveri noi! Non finirà mai questa volontà di essere di più, di contare di più? Anche tra i beati.
Eppure nel nostro pensiero lineare c'è già l' impulso ad andare sempre più in alto, un impulso che, se ci pensate, immagina la vita come una ascesa, una scalata. E, secondo voi, perché gli uomini scalano le montagne? Non è per arrivare primi o per vincere (in mancanza di meglio) se stessi?
Non ci insegnano fin da bambini che dobbiamo tenere duro, arrivare non si sa dove, vincere la scalata sociale e diventare ricchi o importanti? Quali sono i nostri modelli? E non ci dicono che dobbiamo vincere almeno noi stessi? Ma in quale battaglia? Evidentemente è in corso una battaglia anche dentro di noi... contro altri istinti, contro i difetti, contro la pigrizia, contro la concupiscenza, contro...una parte di noi. Contro gli altri.
Se io non volessi competere, mi farebbero curare da uno psichiatra. Un uomo che non vuole lottare, che rifiuta di affermarsi , una nullità.
Fatevi un esame di coscienza. Tutti pensano di trovarsi in una guerra e di dover lottare.
La Bhagavad Gita si apre su uno scenario del genere: un uomo che non vuol combattere e un Dio che gli dice: "No, devi farlo! Per me. "
E Amleto non è lo stesso? Un uomo che non vuole combattere. Essere o non essere? No, devi essere!
Nessuno ci chiede se vogliamo venire al mondo. Ma tuti ci chiedono di lottare...non si sa bene perché.
E, dopo tutto questo, voi vorreste che non ci fosse la guerra nel mondo? Ma il mondo è guerra. Vivere è lottare.
Sei su un piano inclinato e, se non vuoi rotolare giù, devi aggrappati, cioè lottare.
Forse gli angeli ribelli sono precipitati perché non volevano fare tanta fatica a volare sempre più in alto degli altri.
Purtroppo, se volete essere o vi capita di essere, sarete costretti a divenire, a crescere
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