La
meditazione è un “prendersi cura” (del proprio stato d’animo, della propria
mente, del proprio Sé), non un farsi prendere dalle preoccupazioni ansiose e
ossessive che nutriamo di solito nella vita quotidiana. Ci “prendiamo cura”
esattamente come ci si prende cura di una pianta, tant’è vero che si parla
anche di “coltivazione”.
Questo
“prendersi cura” è consapevolezza, presenza mentale, vigilanza, osservazione di
se stessi in rapporto al mondo. Quando siamo vigili e attenti, siamo lucidi e
calmi, e non c’è né pensiero ansioso abituale né desiderio di possesso. Si
prende nota del momento presente, e basta.
Possiamo
anche chiamarlo contemplazione o ascolto – ascolto del silenzio, ascolto dello
spazio che c’è prima del pensiero e della preoccupazione. Con la pratica, il
nostro io diventa sempre meno “personale” e sempre più distaccato.
È una
cura dell’anima.
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