Per
i primi tempi, la meditazione è soprattutto interesse e riflessione; non è
possibile che siamo così ignoranti. Ci troviamo in un mondo senza sapere come e
perché. Uno scandalo, un’enormità. Eppure la gente non sembra preoccuparsene o
si accontenta delle risposte tradizionali, offerte per lo più dalle religioni.
Come se pensarci non servisse a nulla., come se non ci fosse più nulla da
pensare.
È
tutto il contrario: non è stato pensato abbastanza e le risposte tradizionali
non sono soddisfacenti. Le idee di Dio, di anima e di aldilà sono tutte basate
su credenze e miti inventati da qualcuno prima di noi. Ma ognuno deve cercare
la propria verità. Deve dunque indagare profondamente.
Si deve riflettere a lungo. Io sono il
conoscitore di questa esistenza e quindi non posso essere conosciuto
cogliendomi come se fossi un oggetto. Devo in tal senso fondere me stesso in me
stesso. Questo è il problema.
Ma non posso farlo se non ci penso e
ripenso, se non cerco di cogliermi in vari momenti. Infatti, più che un pensare
è un sorprendersi, un sorprendere se stessi quando ci troviamo distratti in
mille altre faccende.
Nessuno può dirci chi siamo. Neppure i
santi, neppure i profeti, neppure Dio.
Nessun altro può essere me stesso. E,
se non ora, quando?
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