sabato 4 giugno 2016

Lo yoga dell'energia

Alla base di tutto sembra proprio esserci il desiderio, un desiderio che non ci dà tregua, che non si placa mai. Alla base dell’essere, del mondo, della vita, dell’uomo e forse di Dio. Perfino l’asceta nella caverna o il monaco nella cella sono dominati da un desiderio – di riscatto, di salvezza, di santità, di spiritualità o quel che volete voi.
Dunque, il motore, l’energia del tutto non può che essere il desiderio. Se siamo qui è perché c’è stato il desiderio di qualcuno.
Vita uguale a desiderio.
Chi non desidera cose piacevoli e gratificazioni? Magari soltanto mangiare, bere o respirare?
Oltre ai desideri sensuali, ci sono anche l’ambizione, l’aspirazione a cambiare, a produrre, a creare, a liberarci, a crescere, a essere riconosciuti, ad amare, ad essere amati, a finire in un paradiso, a eliminare la sofferenza, a essere importanti… Chi non progetta o sogna un futuro? Il tempo stesso sembra essere il prodotto del desiderio dell’essere.
Perfino la volontà di non apparire, di scomparire, di non essere, di morire è una forma di desiderio.
Non si può sfuggire al desiderio.
Ma proprio per questa sua natura implacabile e onnipresente, per questa sua voracità, il desiderio porta con sé l’insoddisfazione. Anche se riuscite a soddisfare i vostri desideri, non per questo smetterete di desiderare.
Se poi non c’è veramente desiderio, allora è depressione, mancanza di vita, vera morte.
Non si può sfuggire alla sofferenza perché non si può sfuggire al desiderio: di piacere, di essere, di divenire, di non essere…
Chi crede di potere reprimere il desiderio è un povero infelice, uno che lotta contro la vita e se stesso. Ma si può esserne consapevoli. Percepire il desiderio è avvertire la sua energia, l’energia della vita. È tenere in mano il segreto della vita.

Volere la pace è il più contraddittorio del desideri. Si possono soltanto ridurre i tanti desideri inutili per ritrovare il nucleo della purezza del desiderio.

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