domenica 15 maggio 2016

La durezza della vita

La vita non è un pranzo di gala né una faccenda delicata. Pensiamo a come si nasce: la mamma geme, piange e soffre, e anche il bambino piange e soffre, a causa del trauma che subisce – il primo di una lunga serie che lo attende. In ogni caso è tutta una faccenda di dolore, sudore, sangue, feci e rischi. Pensiamo a quante donne sono morte.
Qualcuno sostiene assurdamente che tutto ciò sia creato da un Dio benigno e amorevole. Ma si tratta di un carnaio da macellai, con nessuna considerazione per la sorte dell’individuo che, una volta espletata la sua funzione, viene abbandonato a se stesso per morire.
Questo ci dice che ogni salto evolutivo, ogni nuovo parto (anche in campo spirituale), non è un’impresa facile e gradevole. Ma deve essere strappato con sacrifici, lotte e sofferenze.

Ogni conquista va quasi rubata con violenza e astuzia. Non c’è niente che ci venga regalato. Questo vogliono farcelo credere le religioni, che lavorano per nascondere gli aspetti sgradevoli del loro Dio.

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