martedì 31 maggio 2016

Dal respiro all'impersonalità

Non possiamo pensare che l’esercizio preliminare di seguire il respiro ci porti diritto a grandi risultati. Ci porta in realtà ad uno stato di tranquillità, ci aiuta a calmare la mente e a concentrarci.
Ma, una volta generato questo stato d’animo, dobbiamo compiere un salto di focalizzazione. Passiamo dalla focalizzazione sul respiro alla focalizzazione su questo stato d’animo di tranquillità e di pace Dall’esperienza del respiro all’esperienza della calma. E dall’esperienza della calma all’esperienza del conoscere la calma e tutti gli altri stati d’animo che si presentino.
Non dobbiamo preoccuparci di eventuali pensieri o sensazioni che non siano in armonia con questo schema di sviluppo. La funzione della mente è proprio questa: pensare. Ma, da un certo punto in poi, possiamo riunificarci e concentrarci sulla consapevolezza stessa.
L’importante è far cadere l’identificazione con i pensieri e gli altri stati d’animo, rimanendo nella pura consapevolezza. Nella nostra mente passano vari scenari, che osserviamo però con distacco, come se non ci appartenessimo.
Ma la consapevolezza dove sbocca?

Può essere uno spazio vuoto molto intimo. Tuttavia, non è detto che l’intimità sia soltanto soggettività. Scavando a fondo, si trova ciò che è comune a tutti – qualcosa di impersonale.

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