lunedì 23 maggio 2016

Il Testimone

Dobbiamo assumere la posizione di una sentinella che osserva chi entra e chi esce.
Si chiama anche posizione del Testimone.
Ma qui c’è un problema: l’idea che il Testimone sia qualcosa di permanente. Eppure, una sentinella ha un senso e una funzione proprio perché osserva chi passa; quando non passa più niente, a che cosa serve? E siamo sicuri che il Testimone sia lo stesso io che viene osservato e concettualizzato?
C’è veramente un io che osserva tutto o anche questo io è il prodotto di un processo non personale?
Non c’è motivo per trattare e considerare noi stessi in modo diverso da come trattiamo e consideriamo ogni altro ente. Processi transitori all’interno di un gigantesco processo di interrelazione.
È vero che noi siamo i soggetti dell’osservazione, ma nel momento in cui siamo anche gli oggetti dell’osservazione, rientriamo nel destino comune di apparenze temporanee, di attori che cercano invano il proprio autore.

Perdere la testa sembra una perdita irreparabile. Ma ciò che si perde era un’illusione, un’idea sbagliata. Non perdiamo nulla, perché ciò che credevamo di possedere, anzi di essere, non lo eravamo affatto.

Nessun commento:

Posta un commento