L’altro giorno, per testare l’intelligenza
artificiale, le ho detto di scrivermi una lettera d’amore. E Copilot me l’ha
scritta, un po' banale ma neanche brutta, e in buon italiano.
Che fortuna per gli innamorati e per gli
studenti alle prese con i temi. Non dovranno più sforzarsi né spremersi le
meningi per inventarsi qualcosa di personale. Anzi. Non dovranno nemmeno più
pensare. Ma anche nel campo della matematica e degli investimenti l’intelligenza
artificiale se la cava bene. Che fortuna per gli studenti e per gli
investitori. Non ci si dovrà più impegnare!
Ma saranno affidabili o saranno imbrogli?
Poi mi è
capitato di ricevere pubblicità con bellissime ragazze, probabilmente di
origine artificiale. Dico “probabilmente” perché resta sempre il dubbio: sono
vere o sono false? Lo stesso mi succede con qualsiasi pubblicità presentata da
note personalità, probabilmente ricostruite con l’Intelligenza Artificiale a
loro insaputa. Ma il dubbio resta: sono
reali e consenzienti o del tutto inventate da certi programmi digitali che
imitano tutto: persone e voci.
Insomma, non ci si capisce più niente. Non sai
più se è una truffa ben studiata o qualcosa di reale. Ormai io diffido di
tutto. Realtà e illusione si mescolano per confonderci le idee! Non bastava già
la confusione creata dalla nostra mente che s’inventa mille illusioni, sogni e
speranze che sono solo immaginarie?
Adesso si sono aggiunte anche le imitazione di
quella che ritenevamo “realtà”.
Dunque, nel nostro piccolo, abbiamo un’imitazione
di un’illusione. Stiamo freschi. Il mondo sarà sempre più caotico. Ed entriamo
nell’era del virtuale. Ma forse lo eravamo già: semplici ologrammi.
La “realtà” come dato di fatto verificabile e
immutabile sta eclissandosi e rimarranno solo vaghe rappresentazioni probabilistiche.
E noi stessi lo saremo.
Pirandello lo aveva già previsto, nei suoi “Sei
personaggi in cerca di autore”. Nessuno sa più chi è, nessuno sa più distinguere
la realtà dalla falsità. Ma, attenzione, l’opera finisce in tragedia, con la
morte di due personaggi, perché l’uomo deve ancorarsi a qualcosa di certo. E la
realtà virtuale non può soddisfarlo.
Se si perde la differenza tra persona e
personaggio, si perde il senso dell’essere… l’ultima illusione.
Dovremmo allora buttar via tutti i personaggi e
scoprire che la vera persona non è quella che si agita su un palcoscenico, ma
qualcosa di più profondo e autentico.
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