Ma esiste la verità? – si domanda colui che è immerso
in mille falsità. Anzi, se lo domanda proprio perché è incontra tante cose
false. Se non si trovasse tra cose false, fra le illusioni, fra le apparenze,
tra gli inganni, fra le delusioni, non si domanderebbe: ma esiste qualcosa di
vero? Quindi è la falsità che mette al mondo la verità, e viceversa. E perciò
non troveremo mai una verità disgiunta dalla falsità.
È il solito discorso sui poli opposti, che
sembrano escludersi a vicenda e che invece si sostengono a vicenda. E questo è
già un bell’imbroglio! La realtà vuole ingannarci. Si presenta come le due
facce di una medaglia: non le troverete mai separate se cercate la medaglia che
è proprio data dalla loro compresenza, E questo per tutti gli opposti:
amore/odio, bene/male, sì/no, bianco/nero… Dobbiamo cercare la moneta intera,
non una delle due facce. Vi immaginate l’espirazione senza l’inspirazione e
viceversa? Non può essere, se non per un istante.
Se però troviamo una donna morta, noi cerchiamo
la verità. E dunque esaminiamo tutti gli indizi, e non ci fermeremo finché non
avremo trovato l’assassino. Questa è la verità di cose particolari. Ma non
possiamo farlo anche per la verità generale, ultima e assoluta? In teoria è
possibile, ma dovremmo analizzare una quantità infinita di indizi: come è fatto
il mondo, come funzionano le cose e i processi, come è nato l’universo, come è
fatta la nostra coscienza…
Noi ricercatori della verità siamo come degli
investigatori che esaminano gli indizi per risalire al colpevole. E chi sarebbe
il colpevole che ci ammazza tutti? Dio? Ma esiste Dio o il mondo si è
auto-creato?
Esiste il caso o la necessità? Esiste una causa
senza l’effetto? E Dio non si sarebbe auto-creato? Dunque, dobbiamo ammettere
che qualcosa si è auto-creata, è nata spontaneamente, come l’erba di un prato
dopo un acquazzone. Ma l’erba cresce perché c’erano semi e acqua, quindi altre
cause.
Comunque non dovremmo cercare la
verità/falsità, ma la verità senza falsità. E questo non è possibile, perché i
due poli vanno sempre insieme qui, in questo mondo che conosciamo.
Ma la verità della donna morta c’è per forza,
pur essendo occultata. Qualcuno l’ha uccisa, perdio!
Ecco un punto fermo: la morte! Vediamo la donna
morta e concludiamo che qualcuno l’ha uccisa, per forza. Ma anche se troviamo
un neonato sulla porta di casa, cioè una vita, la verità ci deve essere:
qualche donna l’ha partorita.
Dunque, possiamo trovare la verità nel mondo,
ma non la verità del mondo? Chi ci ha partorito? Chi ci uccide?
In sostanza, esiste una verità nelle piccole
cose (non sempre), ma non nelle grandi. Esiste una verità nelle cose che
facciamo noi (perché ci dev’essere un autore), ma non in quelle che fanno a
noi. Spesso è già difficile, per esempio, conoscere l’origine di una malattia,
figuriamoci di quella malattia generale che è la vita. Chi è l’autore? Chi è
l’assassino che prima o poi ci uccide tutti?
È Dio? Allora si presenta male, perché le leggi
che regolano l’universo sono violente e indifferenti: se due pianeti o due
stelle si scontrano, l’eventuale vita dove va a finire? Chi se ne cura? E così
per le nostre esistenze, sempre appese a un filo, sempre insoddisfacenti e
irrequiete, sempre dolorose.
Inoltre la legge dell’oscillazione degli
opposti o quella dell’evoluzione non sono fatte per portarci alla pace, all’armonia
e all’equilibrio. Al contrario, il conflitto regna sovrano: tra noi, in noi e
nell’universo intero. Il divenire ha bisogno della lotta, del cambiamento, del
sacrificio di qualcuno e della sofferenza, altrimenti tutto si fermerebbe.
Dunque, dov’è la verità?
È un principio senza scrupoli, amorale e indifferente?
O è il Bene, che è sempre alternato al Male?
È chiaro che non possiamo applicarle i nostri
metri di giudizio, ma qualcosa che sia al di là di essi.
Che cosa? Purtroppo, non abbiamo neanche la
parola, neanche il concetto.
Ma solo l'intuizione.
Solo l'intuizione,si! Complimenti per il bel libro "399 meditazioni zen", ne conosco abbastanza,ma, il suo commento alle storie è superbo!
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