Quando si è abitati a credere che esista un Protettore universale che ci toglie in ogni caso dai pasticci, il risveglio alla realtà può essere brutale. Allora la disillusione, l’incredulità e la sorpresa possono abbatterci. Non avevamo pensato che le cose potessero andarci così male. Come? E Dio dov’è?
Se invece fin
dall’inizio ci eravamo abituati a pensare che non c’è nessuna Provvidenza e che
tutto può succederci, non saremo ulteriormente afflitti. Perché la sventura
capita a tutti, perché le cose negative succedono, visto che il mondo si regge
sull’alterarsi continuo fra bene e male.
Questo è un
primo risveglio. Abituarsi a pensare che le cose sono condizionate e connesse
in un intreccio imponderabile di cui noi possiamo essere vittime. Esistono due
dolori: il primo è il colpo che arriva e il secondo è la nostra disperazione
allorché i sogni svaniscono.
I sogni di
invulnerabilità sono sogni e noi non abbiamo nessuna particolare protezione.
Ma possiamo
osservare, vedere e talvolta prevedere, purché ci si abitui a non credere nelle
favole, ma alla dura realtà.
Questo è il
compito di una meditazione ben condotta, che fin da subito sia allenata a
osservare i fatti, e non i nostri concetti.
Non abbiamo il
controllo sui fatti. Ma solo, in parte, sulle nostre reazioni a quei fatti. Non
abbiamo controllo sul corpo, che è soggetto a un implacabile processo di
invecchiamento e può essere colpito in ogni momento. Non abbiamo controllo
sulla mente che può essere investita da pensieri e stati d’animo che non
abbiamo deciso e che non sono graditi.
Ci rimane solo
l’isola della consapevolezza, che indipendentemente da quel che ci succede, può
sempre registrare tutto. Ciò che è consapevole è il vero Testimone di noi
stessi.
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