Nessuno
ci toglie dalla mente che, nonostante le variazioni e le modifiche, ci sia un
nucleo dentro di noi che rimanga immutato - il nostro sé, la nostra identità
ultima. Anche se non sapremmo definirlo a parole, lo percepiamo dentro di noi:
noi siamo quello. Se siamo stati bambini, ragazzi, giovani, maturi, anziani,
vecchi, ecc. riconosciamo che siamo sempre le stesse persone, che qualcosa in
noi è rimasto sempre lo stesso.
È
questo che ci fa pensare che esista una specie di anima che non muta. Non
sappiamo se potrà esistere dopo la morte del corpo e della mente. Ma è indubbiamente
ciò che noi siamo.
Il
Buddha dice che non è vero, che si tratta d un’illusione, e ci fa l’esempio di
un carro. Qual è l’elemento che lo definisce? Togliendo ad uno ad uno gli elementi
che lo compongono, in effetti non c’è nessuno che lo definisca, e lo stesso
vale per noi.
Ma
ogni oggetto è definito da un’insieme di elementi, da un rapporto particolare
di vari elementi, e questo vale anche per noi. Noi siamo quell’insieme particolare
di rapporti, fattori, condizioni e informazioni che ci hanno portato ad essere
ciò che siamo. Una parte è fisica, come il corpo e il DNA. Ma un parte è
psicologica: come reagiamo alla situazioni.
Detto
questo, ognuno può pensare quel che vuole. Che questo particolare e unico
rapporto di elementi sia immortale o no. In fondo, nell’infinito, c’è spazio
per tutti – per tutte le combinazioni possibili e immaginabili.
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