sabato 5 marzo 2022

I buoni capi

 

Le religioni ci danno istruzioni di comportamento in varie circostanze della vita. Ci dicono “fai questo”, “ fai quello”, per essere un uomo buono e giusto. Ma non ci dicono che cosa fare di fronte alle ingiustizie della vita e di fronte alla violenza che si abbatte su di noi o sui nostri cari. Che cosa fare se abbiamo a che fare con un prepotente e con un violento? Offrire l’altra guancia, come dice Gesù? Ma in questo modo il prepotente ha sempre ragione, ha la strada spianata, e il buono deve subire ogni sopruso.

Solo una tradizione, il Taoismo, ci vuole dare istruzioni sul come scegliere buoni capi e sul come i buoni capi devono comportarsi. La prima regola è che i capi “non dovrebbero abbandonarsi alle loro personali inclinazioni e avversioni” e che “dovrebbero controllare  i propri sentimenti”.

“L’azione di un vero capo è rivolta a conservare intatta l’energia della Natura”. “Quando i capi dominano se stessi e si danno una disciplina, allora vengono naturalmente raggiunti dai saggi e dai buoni”. Ma non bisogna farsi illusioni: “al mondo ci sono pochi uomini buoni e saggi, e molti cattivi”.

Comunque, “vincere davvero in campo militare significa combattere senza distruggere, lottare senza devastare, cosicché gli uomini non sanno perché si sottomettono e non hanno motivo di provare paura”.

Tutto il contrario di quel che vediamo oggi in azione; la pura forza senza alcun autocontrollo.

In sostanza, gli antichi taoisti ci dicono che il miglior modo per evitare guerre insensate è eleggere capi saggi. “Solo i saggi di profonda sapienza possono dirigere la società. Senza sforzi mentali e senza un’intensa concentrazione non si può giungere al fondo delle cose.” “Capi crudeli ed esigenti e ministri impulsivi e avventati attrarranno uomini malvagi, opportunisti, distruttivi e immorali.”

La rovina della Russia e del mondo intero è di aver accettato un capo che ha fatto strada nei Servizi segreti eliminando gli avversari. Già in tutti questi anni, ci siamo accorti come i suoi dissidenti venissero ammazzati. Un vero criminale, un assassino, per cui uccidere cinquanta o cinquantamila persone è la stessa cosa. In mano a questo uomo si trovano adesso armi nucleari.

Putin conosce solo il linguaggio della forza bruta. Di conseguenza il mondo non sarà al sicuro finché quest’uomo comanderà. E non saranno certo le religioni attuali a risolvere il problema. Ci vuole uno sforzo di consapevolezza e di energia.

L’esistenza stessa di questi uomini dimostra l’inesistenza di un Dio che sorvegli questa Terra.

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