Noi
siamo convinti che la felicità consista semplicemente nell’aumentare i piaceri
della vita: i soldi, il buon cibo, il sesso, le proprietà… più se ne avremo più
saremo felici. Lo vediamo benissimo in chi si arricchisce di colpo. Si affretta
ad acquistare beni e persone. Ma non è così, anzi più sono i beni e le persone
che riesce a far entrare nella sua orbita, più aumentano i possessi, più aumentano
le preoccupazioni.
Allora,
cos’è che aumenta davvero la soddisfazione?
Non
sono gli attaccamenti alle cose e alle persone, ma l’esatto contrario: il
distacco.
Bisogna
in realtà intuire la natura della vita per capirlo. Niente ci appartiene
veramente… neppure noi a noi stessi. Ecco perché c’è sempre l’insoddisfazione.
Noi cerchiamo di far nostre le cose e le persone. Ma è un’illusione.
Il
ricco che si compra la villa, il quadro famoso
o la bella modella, e se li gode da solo, sa che queste cose non sono
sue, non le possiede, non se le può portare dietro quando morirà e prima o poi dovrà
abbandonarle. Dunque ne è il proprietarie temporaneo.
Lo
stesso può dirsi del proprio corpo e della propria personalità. Non sono sue proprietà. Ma dovrà prima o poi
rinunciarvi.
I
ricchi sono disperati. Cercano di possedere, ma non afferrano nulla.
La
realtà è fatta così. Non può essere posseduta, al massimo goduta… per un tempo
limitato.
È
come se fossimo degli ospiti, non dei proprietari. Quando mettiamo su una
famiglia, crediamo di possedere qualcosa. E invece niente è nostro, nemmeno
i figli.
Ce
ne accorgiamo quando siamo vecchi e ci volgiamo verso la fine della vita.
Allora vorremmo almeno avere un un’anima, qualcosa di veramente nostro, da
portarci dietro. Ma nessuno ha mai dimostrato
Dunque
è meglio lasciar perdere ogni idea di possesso, ed essere veramente liberi, non
attaccati a nulla. Godiamoci la vita per quel che è. Ma lasciamo andare ogni pretesa
di possesso e di controllo. Non siamo diversi da una margherita o da un gatto.
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