venerdì 17 novembre 2017

Meditare anziché pregare

Finché faremo di Dio una questione filosofica o teologica, non caveremo un ragno dal buco. Ognuno rimarrà della propria idea e non dimostreremo niente né in un senso né nell’altro.
Facciamone una questione pratica: ci aiuta o non ci aiuta, ci assiste o non ci assista, ci protegge o non ci protegge, risponde ai nostri appelli o non risponde?
Se non c’è nessuna comunicazione, Dio può anche esistere ma non serve a nulla. Soprattutto non serve a nulla pregare.
Ma può darsi che ciò che chiamiamo preghiera sia in realtà una forma di meditazione. Crediamo di pregare un altro, mentre mobilitiamo le nostre risorse interiori.

La meditazione certamente serve ed aiuta, perché il soggetto e l’interlocutore sei tu stesso.

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