venerdì 10 novembre 2017

La rivoluzione contro natura

Se ci domandiamo perché la rivoluzione comunista è sfociata in una dittatura ed è fallita, possiamo trovare mille ragioni storiche. Ma la verità ultima è che si trattava di una dottrina teorica, di un’utopia, di un’architettura mentale che, in quanto tale, non poteva adattarsi alla realtà.
L’ideale comunista sarebbe molto nobile: tutto in comune, tutti uguali, tutti con gli stessi diritti… Ma ha un difetto fondamentale: è contronatura.
Pretendeva addirittura di eliminare l’egoismo umano. Figuriamoci.
Il capitalismo, invece, è perfettamente naturale: il forte che prevale sul debole, la volontà di dominazione e di espansione dell’individuo, l’uno che sfrutta i molti, le disparità tra esseri umani e tra esseri viventi, la lotta, la competizione, la rivalità, le crisi, le guerre di conquista e di sfruttamento…
Lo dico con dolore. Ma il mondo è stato fatto così e se ci fosse un Essere che l’avesse congegnato, sarebbe anche lui una specie di capitalista, di banchiere, di sfruttatore, di paranoico accumulatore, di potente, di dittatore, di accentratore, di violentatore…
Siamo noi che abbiamo idealizzato Dio.
Chi vuole andare contro questo ordine di cose, sappia che dev’essere un rivoluzionario, uno che va contronatura e sarà odiato, disprezzato e perseguitato da molti.
Questo è anche uno dei sensi del mito cristiano. Gesù ha sfidato quel Dio, gli uomini lo hanno perseguitato e il Padre ha fatto in modo di ucciderlo.

Predicare l’amore è andare contronatura. E la natura si vendica.

1 commento:

  1. non sempre commento.....ma questa e' alta filosofia grazie signor Lamparelli

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