lunedì 14 luglio 2014

La religione dell'inchino

In fondo il cattolicesimo è la religione dell’inchino. Il prete si inchina, il fedele si inchina, i chierichetti si inchinano, e tutti devono inchinarsi e baciare la mani agli alti prelati e al Papa. Ci si inchina davanti alle statue, agli altari e alle immagini sacre. E così ci si abitua a credere che davanti ai potenti, dell’aldilà e anche di questo mondo, ci si debba sempre inchinare.
Sarà per questo che nelle processioni le statue dei santi, di Gesù o della Madonna vengono fatte fermare e inchinare davanti ai palazzotti dei mafiosi e dei potenti.
Nasce così quella tipica cultura della sottomissione e del servilismo, che ha fatto degli italiani un popolo di lacchè. Di fronte al potente l’italiota si inchina, si prosterna, si umilia, gli bacia i piedi e ricorre senza pudore ad adulazione, cortigianeria, piaggeria e incensamento. Il nostro non è un popolo di cittadini, ma di sudditi, che vanno continuamente alla ricerca dell’uomo potente di fronte a cui inchinarsi, senza dignità.
Ma, se il popolo è un popolo di lacchè - gli altri, i potenti, i ricchi e i governanti - si sentiranno autorizzati a fare quel che vogliono, a infrangere le leggi, ad approfittare di ogni occasione per ottenere privilegi e per abusare della loro autorità. Inoltre nasceranno mafie che sanno di poter sottomettere i tanti pecoroni che non hanno il coraggio protestare e di ribellarsi.

Eh, sì, la religione dell’inchino è una delle cause principali del degrado morale degli italiani.

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