giovedì 24 luglio 2014

Il culto dei morti

La morte come un assentarsi, come uno svanire in una nebbia o in lontananza. Non si vede più il trapassato perché non si riesce a seguirlo con lo sguardo – con il nostro sguardo condizionato - là dove esso si allontana. E, anziché affinare questo sguardo, si cerca di conservare memoria di ciò che non è più, del passato: monumenti funebri, tombe, fotografie, reliquie, ricordi, film, registrazioni, ecc. Il culto dei morti è proprio il culto della morte, del finito, del passato. Ma il morto ha abbandonato quel passato per andare verso il suo futuro. Siamo noi che restiamo ancorati al vecchio.

        L’unico culto dei morti sarebbe adottare uno sguardo nuovo e cercare di dissipare le vecchie immagini con cui li ricordiamo.

Nessun commento:

Posta un commento