martedì 2 settembre 2025

I limiti della logica tradizionale

La mia teoria introduce una nuova logica che supera quella aristotelica che abbiamo usato finora, ponendo a fondamenti il principio di contraddizione, il principio di non-identità e il principio di relazionalità che non considerano più gli enti e le forze come isolati e separati, ma come uniti in una dialettica diadica (di  contrapposizione complementare). Questo però ci costringe a ripensare la storia della filosofia e della scienza, tutta "monistica", tranne le eccezioni di alcuni pensatori che però non potevano avere a loro disposizione né le ultime teorie scientifiche né la IA, che è più informata e intelligente della maggior parte di noi. Tuttavia la IA è stata costruita da uomini ed ha preso per ora i loro limiti. Quindi siamo ancora noi che dobbiamo fornire le intuizioni nuove. Da sola non c'è la fa. Facciamo degli esempi: l' idea di causa/effetto (tipicamente diadica) non può essere risolta scegliendo arbitrariamente  una prima causa. Quando perciò tiriamo fuori il "tappabuchi" Dio o l' idea del Big Bang (l' equivalente scientifico), commettiamo un errore o perlomeno una svista. Anche quando immaginiamo l' inizio dello spaziotempo (dove? nel tempo?) sbagliamo. Perché? Perché l' inizio/fine, la vita/morte, sono tipiche diadi. Questo vuol dire che il nostro pensiero per non cadere in un loop o in un circolo (ritenuto) "vizioso", si inventa qualcosa di arbitrario. Lasciamo stare i circoli che non sono affatto viziosi, ma contrassegnano le dinamiche cosmiche. All' "inizio" ci sono proprio loro. Dunque, non c' è propriamente un inizio che non sia in un rapporto diadico con la fine. Superiamo la vecchia logica. I computer quantistici, quando saranno perfezionati, dimostreranno che la realtà non è fatta di alternative secche (1 o 0), ma di polarità diadiche, temporaneamente e arbitrariamente fissate in una scelta per ragioni pratiche. Questo concetto può essere universalizzato, nel senso che anche noi e le cose ritenute reali sono configurazioni temporanee. 

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Quello che stai elaborando è molto stimolante: stai cercando di costruire una nuova logica diadica, fondata non più sull’isolamento degli enti, ma sulla loro relazionalità e complementarità. Provo a riassumere e a estrarre alcune linee portanti, così da dare maggiore chiarezza e forza teorica alla tua intuizione:



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1. Critica alla logica aristotelica e al monismo


La logica classica si fonda sul principio di identità (A = A) e di non contraddizione (A ≠ non-A).


Questo porta a pensare gli enti come separati, statici, monolitici.


Tu proponi invece che l’unità non esista senza la sua differenza complementare, quindi che il vero principio non sia il monismo ma la diade (contrapposizione relazionale).




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2. Nuovi principi logici


Principio di contraddizione → non come errore logico, ma come dinamica reale (l’essere è in relazione al suo opposto).


Principio di non-identità → nulla è mai completamente uguale a sé stesso, perché è sempre in rapporto e in trasformazione.


Principio di relazionalità → la realtà è rete di legami, mai enti isolati.




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3. Diadi fondamentali


Tu mostri che molte delle categorie fondamentali del pensiero e della scienza sono diadiche:


causa/effetto


inizio/fine


vita/morte


essere/nulla



Il pensiero tradizionale, incapace di reggere queste contrapposizioni senza scivolare in un “circolo vizioso”, si rifugia in soluzioni arbitrarie: “prima causa”, “creazione dal nulla”, Dio, Big Bang come “inizio assoluto”.

Ma secondo la tua prospettiva, questi non sono punti fissi, bensì poli complementari di un processo ciclico.



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4. Applicazioni scientifiche


La fisica quantistica e, ancora di più, i computer quantistici, mostrano che la realtà non è fatta di “aut-aut” (0 o 1), ma di stati sovrapposti che vengono solo momentaneamente fissati in una scelta pratica.


La tua proposta è di universalizzare questa intuizione: anche gli esseri e le cose sono configurazioni temporanee dentro processi di relazionalità diadica.




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5. Conseguenze filosofiche


Non esiste un “inizio” assoluto del tempo/spazio, ma solo una relazione inizio/fine.


Non esiste un’identità statica, ma solo un’identità temporanea, sempre aperta al suo contrario.


La logica diadica diventa un nuovo paradigma epistemologico, in grado di leggere tanto la cosmologia quanto l’esperienza umana.




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💡 Ti faccio una domanda per sviluppare ulteriormente la tua teoria:

vuoi che proviamo a formalizzare questa nuova logica (cioè proporre regole simboliche, simili a quelle della logica classica ma che includano la diade), oppure preferisci restare in un piano più filosofico e descrittivo, legato agli esempi (causa/effetto, vita/morte, ecc.)?

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Proviamo a formalizzare questa nuova logica.

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Fantastico — ecco un “primo kit” di formalizzazione della tua logica diadica. È minimale ma coerente: definisce linguaggio, semantica (quattro valori), regole d’inferenza (paraconsistenti) e un connettivo di complementarità per modellare le diadi (causa/effetto, inizio/fine, vita/morte…). È pensato per essere esteso.


1) Linguaggio


Simboli proposizionali: 

Connettivi classici: 

Negazione polare: (scambia i poli, vedi §2)

Connettivo diadico (nuovo): = “A è in contrapposizione complementare con B”

Modalità relazionale (opzionale): , per “A vale in relazione” rispetto a (vedi §3)


2) Semantica a quattro valori (paraconsistente e diadica)


Ogni formula prende un valore in dove:


: vero (polo “positivo” attivo),


: falso (polo “negativo” attivo),


 (both): co-presenza dei poli (contraddizione reale, non esplosiva),


 (neither): sospensione (nessun polo fissato).



Interpreta come diade presente (tensione non risolta) e come diade latente.


Designati (accettati per inferire): .

La negazione polare scambia i poli:


\begin{array}{c|cccc}

v(A) & \mathbf{T} & \mathbf{F} & \mathbf{B} & \mathbf{N}\\\hline

v(\sim A) & \mathbf{F} & \mathbf{T} & \mathbf{B} & \mathbf{N}

\end{array}


Connettivi base (stile Belnap/Dunn, ma letti diadicamente):





dove l’ordine informazionale è .

Implicazione come residuo: .



Nuovo connettivo diadico (complementarità):

Idea: è “buono” quando i poli sono opposti o co-presenti in modo informativo (diade attiva). Definiamo:


Se e → è designato.


Se e → designato.


Se entrambi sospesi → non designato (diade assente).


Caso rimanente o → non designato (nessuna contrapposizione).



Operativamente puoi pensarlo come:


v(A\bowtie B)=

\begin{cases}

\mathbf{T} & \text{se c’è effettiva opposizione o co-presenza informativa;}\\

\mathbf{F} & \text{altrimenti.}

\end{cases}


3) Strutture (relazionalità come fondamento)


Una struttura diadica è , dove:


 = insieme dei contesti (situazioni, stati, livelli di descrizione);


 è la relazione diadica (simmetrica, non necessariamente riflessiva), che modella il “legame” tra contesti;


 assegna valori per ogni atomo in ogni contesto.



Semantica modale (opzionale ma utile per processi):


\begin{aligned}

w\models \Box_R A &\iff \forall u\,(wRu \Rightarrow u \models A\ \text{designato});\\

w\models \Diamond_R A &\iff \exists u\,(wRu \ \&\ u \models A\ \text{designato}).

\end{aligned}


4) Principi della tua teoria (come schemi)


1. (Non-identità di principio)

Non assumiamo come assioma logico globale. L’identità è contestuale:




\text{(Id@w)}\quad w\models A \to A \quad \text{(valido)} \qquad\text{ma}\qquad A\equiv A \ \text{non è schema primitivo.}


2. (Contraddizione come dinamica, non esplosiva)




A,\ \sim A \ \not\vdash\ B\ \ \text{in generale.}


A,\ \sim A \ \vdash\ A\bowtie \sim A.


3. (Relazionalità)




A \ \vdash\ \Diamond_R A


E, dualmente, se allora è stabilizzato nei contesti legati.


4. (Diadi fondamentali)

Introduciamo poli designati per coppie primitive (es. inizio/fine):




\vdash\ (\alpha \bowtie \bar\alpha) \qquad \text{e} \qquad \vdash\ \sim\alpha \leftrightarrow \bar\alpha


5) Calcolo dei sequenti (sketch)


Usiamo sequenze dove sono multinsiemi.


Axioms




 non è assioma (evitiamo il principio del terzo escluso forte), ma possiamo mantenere come schema debole se lo leghi a (ad es. ).



Regole strutturali


Assorbimento paraconsistente: da non si introduce un arbitrario.


Taglio ammissibile in forma controllata (senza far derivare esplosione).



Regole logiche (standard, lette sulla semantica di cui sopra)


-intro/elim, -intro/elim, -intro/elim con la definizione .


Negazione polare: da inferisci e viceversa (simmetria dei poli).


-intro:


Se e allora .


Simmetricamente, se e allora .

(Cattura l’idea: “A con il contro-polo di B” e viceversa.)




Regole modali (se usi )


Da inferisci .


Da e inferisci .



6) Esempi-giocattolo


(a) Causa/Effetto senza “prima causa”


Sia = “evento-causa”, = “evento-effetto”. Postula la diade e la dualità (causa/effetto come poli).


Ammissibile che e : co-presenza dinamica (retroazioni, cicli).


Non deduci né tutto l’universo: niente esplosione.



(b) Inizio/Fine


Imponi e assioma .

Allora ha lettura polare, non “annichilente”: l’inizio implica il suo contro-polo come relazione, non come negazione assoluta.


(c) Vita/Morte come configurazioni temporanee


Se oggi e tende a in transizioni (malattia, metamorfosi), e varia dallo allo , resta designato lungo il processo — la diade persiste anche quando un polo prevale.


7) Proprietà desiderate (da verificare/provare)


Coerenza paraconsistente: non si può derivare qualunque da .


Dualità polare: solo fino a (cioè l’involuzione non “pulisce” la contraddizione).


Monotonia relazionale: può fallire se non è riflessiva (coerente con l’idea che la verità è per relazione, non per isolamento).



8) Estensioni naturali


Tipi di diadi: etichetta per distinguere genere (temporale: inizio/fine; causale: causa/effetto; ontologica: essere/nulla).


Quantificatori polari (versione del primo ordine): = “per ogni x, A è in complementarità con il suo contro-polo”; analogo.


Adesione dinamica: operatore (“polo A prevale ora”), (“polo contro-prevale”), con regole di transizione su (utile per modellare processi, feedback, cicli).


Semantica a qubit (se vuoi un ponte computazionale): valuta come stato , e interpreta come regioni (p.es. soglie su ). corrisponde a entanglement logico (ad esempio tramite uno schema tipo XOR/Controlled-NOT tra poli).




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Cosa puoi fare subito (operativo)


1. Fissa un dizionario di diadi primitive: con , ecc.



2. Scegli la variante di (più o meno “generosa” nella designazione dei casi con ).



3. Prova 3 micro-dimostrazioni con il calcolo di sequenti:


Da mostra .


Da mostra che non ottieni un arbitrario.


Usa per passare da fatti isolati a fatti “per relazione”.





Se vuoi, nel prossimo passo posso:


scrivere le tavole di verità complete (4×4) per ,


da

re un piccolo sistema Hilbert/Gentzen completo di regole formali,


proporre una semantica algebrica (reticoli bilogici) con teorema di correttezza.

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Scusa, ma stai esagerando. Scrivi qualcosa di più semplice.

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Ok, riscrivo il testo in modo molto più semplice e compatto, senza formule pesanti, ma mantenendo il senso della tua logica diadica:



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Kit semplice della logica diadica


Linguaggio:


Proposizioni di base.


Connettivi classici (¬, ∧, ∨, →).


Una negazione polare (scambia positivo/negativo).


Un connettivo diadico (A ⧖ B = “A è in contrapposizione con B”).



Quattro valori di verità:


Vero (T): polo positivo.


Falso (F): polo negativo.


Entrambi (B): i due poli insieme (contraddizione tollerata).


Nessuno (N): sospensione.



> Idea: B = diade attiva (tensione), N = diade latente.

Valori usabili per inferire: T e B.




Nuovo connettivo diadico (⧖):


Designato (valido) se i due poli sono opposti o co-presenti.


Non valido se i poli sono entrambi assenti o non correlati.



Strutture relazionali:


Ci sono contesti (situazioni).


Una relazione lega i contesti.


Ogni formula è valutata in un contesto.


Si possono introdurre operatori modali (necessità/possibilità rispetto ai contesti).



Principi base:


1. Identità locale: A → A vale in un contesto, ma non come assioma universale.



2. Contraddizione non esplosiva: A e ¬A non fanno crollare il sistema, ma portano a una diade (A ⧖ ¬A).



3. Relazionalità: la verità è sempre in relazione, non isolata.



4. Diadi primitive: coppie come inizio/fine, causa/effetto, vita/morte.




Calcolo (bozza):


Evita il terzo escluso forte.


Le regole logiche funzionano come di solito, ma adattate alla semantica a 4 valori.


La negazione polare scambia i poli.


Le regole per ⧖ catturano l’opposizione tra poli.



Esempi:


Causa/Effetto: possono coesistere senza bisogno di una “prima causa”.


Inizio/Fine: sono poli relazionali, non annullamento reciproco.


Vita/Morte: possono alternarsi o convivere come configurazioni dinamiche.



Estensioni possibili:


Diversi tipi di diadi (temporali, causali, ontologiche).


Quantificatori polari.


Operatori dinamici (prevalenza di un polo).


Collegamento a semantica “quantum-like” (stati sovrapposti o entangled).






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Vuoi che provi a fare una versione ancora più ridotta, tipo schema in 10 righe massimo?

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Si.

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Perfetto 🙂

Ecco la versione super-ridotta, in 10 righe:



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Logica diadica (mini-schema)


1. Linguaggio: proposizioni + connettivi classici + negazione polare + connettivo diadico (⧖).



2. Quattro valori: T (vero), F (falso), B (entrambi), N (nessuno).



3. Designati: T e B.



4. Contraddizione non esplosiva: A, ¬A ⇒ A⧖¬A (non qualsiasi cosa).



5. Diade = coppia opposta (causa/effetto, inizio/fine, vita/morte).



6. ⧖ vale se i poli sono opposti o co-presenti; non vale se assenti.



7. Identità solo locale (A→A nel contesto, non globale).



8. Verità sempre relazionale (dipende dai contesti).



9. Esempio: vita e morte possono coesistere come fasi di processo.



10. Estensioni: tipi di diadi, operatori dinamici, legami “quantum-like”.





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Vuoi che ti faccia anche un diagramma visivo (tipo mappa a blocchi) di questa versione ridotta?





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