Ammettiamo pure che ad ogni operazione
mentale corrisponda un’operazione cerebrale, rintracciabile. Questa ipotesi,
sostenuta dalle neuroscienze, non è strana. Perché è nello stesso organismo che
avvengono i due processi. Cioè, c’è un collegamento naturale.
Ma potrebbe esserci un collegamento fra le
operazioni del cervello-mente e le operazioni di un altro o di altri corpi?
Tutti risponderebbero di no.
Però, dobbiamo intenderci sul concetto di
coscienza.
E domandiamoci se, senza coscienza, le cose
esisterebbero così come sono. O sarebbero diverse. O non ci sarebbero affatto.
Noi diamo per scontato che, anche senza
esseri coscienti, tutto resterebbe uguale. Ma non possiamo esserne sicuri. Perché
non possiamo averne la prova.
Ma, se la coscienza (non nella nostra forma)
avesse già contribuito alla formazione del mondo, le cose sarebbero
completamente diverse. Mancherebbe una delle due gambe su cui si regge l’universo:
l’energia-coscienza e la materia. E dunque il mondo collasserebbe.
In realtà, se la coscienza fosse ciò che
connette le cose, la loro interazione o il loro significato, in sua mancanza,
le cose perderebbero l’interdipendenza e cadrebbero in uno stato caotico.
Ma come possiamo dimostrare che la
coscienza è proprio l’interazione delle cose?
Ho già parlato dell’uomo con Alzheimer che
non è più presente. È evidente che, in caso di guasto del cervello-coscienza,
il mondo sarebbe un caos senza senso. Ma, per gli altri, resterebbe uguale. Se,
però scomparissero tutti o smettesse di funzionare il cervello-mente di tutti
gli esseri coscienti..? Se mancassero tutti i nessi logici e dotati di
significato?
Anche quando dormiamo succede lo stesso: il mondo
attuale scompare perché cambia la modalità del cervello-mente. Poi, però,
quando ci svegliamo, la realtà abituale ritorna.
Ma se tutti stessimo sognando? Se il mondo
fosse un sogno, la realtà abituale, dotata di nessi logici e di significati.
scomparirebbe. E noi saremmo tutti in un altro mondo, un mondo di sogno, dove
non funzionano i soliti nessi logici, il principio di non-contraddizione, la
logica nota dello spaziotempo, il principio di localizzazione, ecc.
In questo caso, il sognatore potrebbe anche
essere unico, e tutti noi faremmo parte del suo sogno. Lo stesso se la realtà
fosse una simulazione di un ignoto programmatore. Avrebbe creato un mondo
virtuale in cui le varie entità si credono diverse, mentre sono un’unica
simulazione.
Ipotesi davvero intrigante.
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