venerdì 11 ottobre 2024

L' antica unità

 

Perché se esiste la gioia deve esistere la sofferenza? Perché se esiste l’amore deve esistere l’odio?

Potremmo rispondere: perché il mondo è duale, ed è duale perché prima è unitario. Cioè, le due metà di una cosa che è stata divisa, ma resta originariamente unitaria e non può essere separata del tutto. I due poli hanno un’origine comune, che non può essere cancellata veramente; e quindi, come due gemelli, rimane un collegamento che non può essere spezzato.

Inoltre, per un principio di equilibrio e di conservazione dell’energia, le due metà devono bilanciarsi.

Il collegamento tra due opposti è un’interazione diversa dal collegamento tra le cose o le forze. È un collegamento obbligato. Mentre il collegamento che si instaura tra due corpi, per esempio tra un’azione e la sua reazione, non è obbligato. Però, una volta instaurato, è soggetto alle stesse regole di una qualsiasi contrapposizione. Si formano due poli che funzionano come due opposti, temporaneamente.

Nel caso della gioia-sofferenza e dell’amore-odio non è detto che i due poli siano contemporanei. Ma di sicuro l’uno consegue dall’altro, l’uno esiste perché esiste l’altro. Quindi, dobbiamo presumere che i due in origine fossero una stessa cosa.

Non così per l’azione-reazione. Anche se, in ultima analisi, tutto era uno, e perciò le possibili interazioni sono rese possibili dall’origine comune. In fondo, tutte le interazioni possibili e immaginabili, comprese le quattro della fisica, nascono da un’antica unità. Se non ci fosse stata questa antica unità, nessuna entità potrebbe agire sull’altra e tutte sarebbero monadi incomunicabili. Quando però parliamo di un Uno iniziale, dobbiamo chiarire alcune cose.

Per esempio, leggiamo questo articolo di Valerio Novara:

L’Universo si è espanso da un punto?

Risposta breve: no. Immagina il Big Bang come un’espansione, più che come un’esplosione.
Partiamo dal presupposto che il Big Bang non è stato un’esplosione nello spazio. Fu un processo che coinvolse TUTTO lo spazio. Questo equivoco causa più confusione di qualsiasi altro in cosmologia. Sfortunatamente, molti studenti, insegnanti e perfino scienziati tendono a immaginare erroneamente il “Big Bang” come un’esplosione che ha avuto luogo in qualche luogo nello spazio, scagliando la materia verso l’esterno. Al contrario, immaginalo come un panetto di lievito che si gonfia nel forno: l’uvetta al suo interno sono le galassie.


Tutto lo spazio era pieno di energia


In realtà, tutto lo spazio era pieno di energia fin dall’inizio. Non c’era un vero e proprio centro per l’espansione e nessun punto magico da cui la materia è stata scagliata verso l’esterno. La confusione nasce in parte a causa della sorprendente conclusione che la parte osservabile dell’universo una volta era racchiusa in un volume incredibilmente piccolo. Ma quel groviglio primordiale di materia ed energia non era circondato da spazio vuoto. Era circondato da più materia ed energia (che oggi è al di là della regione che possiamo osservare). Infatti, se l’intero universo è infinitamente grande ora, allora è sempre stato infinito, anche durante il Big Bang.


Per dirla in un altro modo, le prove attuali indicano solo che l’universo iniziale (l’intero Universo) era estremamente denso, ma non necessariamente piccolo. Ecco perché diciamo che il Big Bang ha avuto luogo ovunque nello spazio, non in un particolare punto dello spazio.


Allora da dove arriva l’idea che l’Universo una volta fosse un punto?
Per gran parte del ventesimo secolo, astronomi e fisici credevano che lo spazio potesse non essere infinitamente grande. Cioè, credevano che lo spazio potesse effettivamente curvarsi su se stesso per formare un “universo chiuso”. Questa insolita forma tridimensionale fu scoperta a metà del 1800 dal grande matematico Bernhard Riemann. La forma fu in seguito ripresa da Einstein come possibile forma per l’universo. Un universo così chiuso avrebbe un volume finito, ma senza confini o bordi. Sebbene gli universi chiusi non possano essere visualizzati dall’esterno, possono però essere visualizzati dall’interno.


Ad esempio, in un vero universo chiuso, non puoi vedere la parte posteriore della tua testa. Se si riduce un tale spazio, allora tutto in esso si avvicina e il volume dell’universo chiuso si avvicina sempre di più allo zero. Ma non c’è ancora nessun posto fuori dallo spazio per un osservatore. Le prove attuali mostrano che la nostra parte dell’universo non sembra essere curva. Questo ci dice che o l’universo è infinitamente grande, o è così grande che non possiamo rilevare la sua curvatura dalla piccola porzione che possiamo osservare. Proprio come non potremmo dire che la Terra sia curva se le nostre misurazioni fossero confinate in una scatola!

Come vedete, quando diciamo che l’universo iniziale era Uno non diciamo che fosse tutto concentrato in un punto dello spazio... per il semplice fatto che non c' era prima uno spazio. Dunque possiamo dichiarare che il Big Bang ha avuto luogo ovunque,  non in un punto.

Dobbiamo stare attenti con le nostre metafore e le nostre immaginazioni. Il pensiero che usiamo è molto limitato.

 

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