Perché se esiste
la gioia deve esistere la sofferenza? Perché se esiste l’amore deve esistere
l’odio?
Potremmo
rispondere: perché il mondo è duale, ed è duale perché prima è unitario. Cioè,
le due metà di una cosa che è stata divisa, ma resta originariamente unitaria e
non può essere separata del tutto. I due poli hanno un’origine
comune, che non può essere cancellata veramente; e quindi, come due gemelli,
rimane un collegamento che non può essere spezzato.
Inoltre, per un
principio di equilibrio e di conservazione dell’energia, le due metà devono
bilanciarsi.
Il collegamento tra due opposti è un’interazione diversa dal collegamento tra le cose o le forze. È un collegamento obbligato. Mentre il collegamento che si instaura tra due corpi, per esempio tra un’azione e la sua reazione, non è obbligato. Però, una volta instaurato, è soggetto alle stesse regole di una qualsiasi contrapposizione. Si formano due poli che funzionano come due opposti, temporaneamente.
Nel caso della
gioia-sofferenza e dell’amore-odio non è detto che i due poli siano
contemporanei. Ma di sicuro l’uno consegue dall’altro, l’uno esiste perché
esiste l’altro. Quindi, dobbiamo presumere che i due in origine fossero una
stessa cosa.
Non così per l’azione-reazione.
Anche se, in ultima analisi, tutto era uno, e perciò le possibili interazioni
sono rese possibili dall’origine comune. In fondo, tutte le interazioni
possibili e immaginabili, comprese le quattro della fisica, nascono da un’antica
unità. Se non ci fosse stata questa antica unità, nessuna entità potrebbe agire sull’altra
e tutte sarebbero monadi incomunicabili. Quando però parliamo di un Uno
iniziale, dobbiamo chiarire alcune cose.
Per esempio,
leggiamo questo articolo di Valerio Novara:
L’Universo si è espanso da
un punto?
Risposta breve: no.
Immagina il Big Bang come un’espansione, più che come un’esplosione.
Partiamo dal presupposto che il Big Bang non è stato un’esplosione
nello spazio. Fu un processo che coinvolse TUTTO lo spazio. Questo equivoco
causa più confusione di qualsiasi altro in cosmologia. Sfortunatamente, molti
studenti, insegnanti e perfino scienziati tendono a immaginare erroneamente il
“Big Bang” come un’esplosione che ha avuto luogo in qualche luogo nello spazio,
scagliando la materia verso l’esterno. Al contrario, immaginalo come un panetto
di lievito che si gonfia nel forno: l’uvetta al suo interno sono le galassie.
Tutto lo spazio era
pieno di energia
In realtà, tutto lo spazio era pieno di energia fin dall’inizio. Non c’era un vero e proprio centro per l’espansione e nessun punto magico da cui la materia è stata scagliata verso l’esterno. La confusione nasce in parte a causa della sorprendente
conclusione che la parte osservabile dell’universo una volta era racchiusa in
un volume incredibilmente piccolo. Ma quel groviglio primordiale di materia ed energia
non era circondato da spazio vuoto. Era circondato da più materia ed energia
(che oggi è al di là della regione che possiamo osservare). Infatti, se
l’intero universo è infinitamente grande ora, allora è sempre stato infinito,
anche durante il Big Bang.
Per dirla in un
altro modo, le prove attuali indicano solo che l’universo iniziale (l’intero
Universo) era estremamente denso, ma non necessariamente piccolo. Ecco perché
diciamo che il Big Bang ha avuto luogo ovunque nello spazio, non in un particolare
punto dello spazio.
Allora da dove
arriva l’idea che l’Universo una volta fosse un punto?
Per gran parte del
ventesimo secolo, astronomi e fisici credevano che lo spazio potesse non essere
infinitamente grande. Cioè, credevano che lo spazio potesse effettivamente
curvarsi su se stesso per formare un “universo chiuso”. Questa insolita forma
tridimensionale fu scoperta a metà del 1800 dal grande matematico Bernhard
Riemann. La forma fu in seguito ripresa da Einstein come possibile forma per
l’universo. Un universo così chiuso avrebbe un volume finito, ma senza confini
o bordi. Sebbene gli universi chiusi non possano essere visualizzati
dall’esterno, possono però essere visualizzati dall’interno.
Ad esempio, in un
vero universo chiuso, non puoi vedere la parte posteriore della tua testa. Se
si riduce un tale spazio, allora tutto in esso si avvicina e il volume
dell’universo chiuso si avvicina sempre di più allo zero. Ma non c’è ancora
nessun posto fuori dallo spazio per un osservatore. Le prove attuali mostrano
che la nostra parte dell’universo non sembra essere curva. Questo ci dice che o
l’universo è infinitamente grande, o è così grande che non possiamo rilevare la
sua curvatura dalla piccola porzione che possiamo osservare. Proprio come non
potremmo dire che la Terra sia curva se le nostre misurazioni fossero confinate
in una scatola!
Come vedete, quando
diciamo che l’universo iniziale era Uno non diciamo che fosse
tutto concentrato in un punto dello spazio... per il semplice fatto che non c' era prima uno spazio. Dunque possiamo dichiarare che
il Big Bang ha avuto luogo ovunque, non in un punto.
Dobbiamo stare attenti con le nostre
metafore e le nostre immaginazioni. Il pensiero che usiamo è molto limitato.
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