Da un gioco all’altro
Non so se avete notato che i padroni del vapore, quasi fossero tutti d’accordo, cercano di farci passare da uno spettacolo all’altro: san Remo, Pasqua, Natale, Capodanno, le vacanze, le elezioni, il campionato di calcio, i concorsi canori, i talent show, le cerimonie papali, i festival di qualunque cosa, le feste paesane, ecc. ecc. Lo scopo, non dichiarato, è quello di distrarci, di impedirci di pensare al nostro stato miserevole di schiavi e di arrivare fino alla fine passando da uno spettacolo all’altro, concludendo con quello spettacolino che è il nostro stesso funerale, con tanto di spettatori, pianti e applausi.
In tutto questo viene esaltata la vita, l’allegria, l’inconsapevolezza, l’emotività superficiale e il coinvolgimento. L’importante è essere sempre coinvolti in qualcosa, in modo da non lasciare vuoti in cui potremmo riflettere o avere dubbi, in cui potremmo avere pensieri critici o semplicemente una nuda consapevolezza di quel che siamo o non siamo.
Già, chi siamo? In verità non lo sappiamo. Proprio a questo non dobbiamo pensare.
Non dobbiamo pensare che non sappiamo chi siamo. Sì, sappiamo che siamo una certa persona. fatta così e così, ma ignoriamo da dove veniamo e dove finiamo. E anche i confini dell’io sono alquanto nebulosi.
Però, questo nostro comportamento rientra nella struttura generale dell’Universo che non è niente più di una bolla cosmica, che si è formata un bel giorno e continua ad espandersi, trascinandoci tutti in un grande spettacolo, in un gigantesco fuoco d’artificio.
Non fatevi ingannare dalle apparenze: anche la materia più solida è un ammasso di particelle cangianti e danzanti, che si limitano a essere più stabili delle altre. Tutto è energia, e ogni cosa è fatta per durare un po’ e poi dissolversi.
Quindi il cosmo intero è un palcoscenico su cui va in scena uno spettacolo, che può cambiare o sparire da un momento all’altro. Inutilmente cerchiamo un senso o uno scopo. È semplicemente un gioco, non una roba seria.
Certo, quando toccherà a noi, non ci divertiremo. Ma capiremo che anche il nostro io era un’illusione.
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