Iniziare a meditare
In meditazione
s’inizia a trovare una posizione di rilassamento e di concentrazione, in genere
seduta. Secondo la tradizione si tratta di una posizione a gambe incrociate,
ispirata allo yoga. Ma in Oriente si era abituati a stare seduti così. Quindi
non è necessaria la postura a gambe incrociate – basta che sia comoda. Noi
possiamo stare seduti anche su una poltrona. L’importante è che ci sia l’idea
che è una postura da usare solo per la meditazione. Dunque, l’intenzione deve
essere definita.”Mi siedo qui e ora per meditare.”
La postura per
meditare comporta una ritrazione da un mondo troppo sensoriale, troppo
stimolante. Perciò il soggetto cambia l’oggetto dell’attenzione – dal mondo
esterno a quello delle reazioni interne. In sostanza, ci si concentra su che
cosa si riceve, su che cosa avviene o in risposta agli stimoli esterni (per
esempio, suoni, odori, ecc.) o come produzione propria (per esempio,
sentimenti, emozioni, immagini, pensieri, ricordi, ecc.).
In sostanza, il
meditante diventa sempre meno attento al mondo esterno e sempre più sensibile
al mondo interno.
La prima cosa
di cui ci si accorge è il continuo affluire di materiale interno, tanto che è
difficile trovare una mente vuota o libera.
Questo
significa che siamo continuamente influenzati non solo dagli eventi esterni, ma
dalle nostre interpretazioni. Addirittura, in certi casi, queste ultime influenzano
gli eventi esterni, per esempio dando loro un’eccessiva importanza.
Il distacco
dunque è uno dei primi requisiti e risultati della postura della meditazione,
Il soggetto si
rende conto che è troppo attaccato a certe cose o a certi pensieri o che è
troppo abitudinario. E che è come un turacciolo in balia delle onde.
Quindi uno dei
primi risultati della meditazione è dare un certo ordine al mondo interno,
evitando le emozioni forti, la confusione, la distrazione e lo stress. È una
forma di acquietamento e di presa di possesso.
A questo punto,
ci si può concentrare sul respiro o su singoli oggetti, come esercizio di
concentrazione. Ma la cosa più importante è assumere una posizione di
osservazione di tutto il materiale che entra nel campo mentale, sia quello che
viene dall’esterno (in seguito agli input sensoriali) sia quello che viene
dalla mente stessa.
La posizione
del Testimone, oltre a farci rendere conto che cosa si agita dentro di noi. ci
permette un distacco dai materiali inutili e ripetitivi e una decostruzione del
nostro mondo. Perché ci si rende consapevoli che il mondo è in gran parte una
nostra rappresentazione e che possiamo incominciare a cambiarlo per le parti
che non ci piacciono.
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