Se pensiamo a
Putin in Russia (che vuole distruggere un popolo solo perché non si sottomette
ai suoi voleri) e ai talebani in Afghanistan (che ripristinano il burqa per le
donne), ci rendiamo conto che l’evoluzione ha raggiunto solo pochi individui,
mentre gli altri continuano a ragionare secondo vecchi schemi e a non capire
nulla di consapevolezza, libertà e creatività. Il processo dell’evoluzione è
lento, discontinuo e a macchia di leopardo, e riguarda per ora delle minoranze.
È in corso in
ogni società (e forse in ogni individuo) un conflitto tra conservatori,
abbarbicati a valori tradizionali, e progressisti, che aspirano a fare un salto
di qualità.
La meditazione,
nata migliaia di anni fa come sistema concluso, è oggi un tentativo dell’essere
di guadagnare a livello di massa nuovi spazi di consapevolezza.
Quindi non la
ripresa dei vecchi sistemi di meditazione, ma uno sviluppo del sé che non vuole
più stare in schemi predefiniti che hanno accentuato la sofferenza consolidando
legami e lacci. Parliamo in particolare della sofferenza data dalla repressione
sociale ed esistenziale. La repressione sociale può essere eliminata in teoria
da nuove leggi (e quindi da una nuova coscienza), ma la repressione
esistenziale è data da fatto che l’essere stesso è condizionato.
Dunque
ribellione al condizionamento, fonte di un’ineliminabile sofferenza, ed
espansione della coscienza.
In un primo
momento, la meditazione può aumentare lo stato di sofferenza, perché fa vedere
con chiarezza come siamo imprigionati. Ma in un secondo momento può dare anche
stati di piacevolezza dovuti all’opera di disidentificazione. Noi non siamo
quel vecchio ego chiuso in schemi condizionati, ma siamo il Testimone.
Questo
Testimone, ovviamente non è un superio narcisistico, ma una funzione della
coscienza, che si manifesta quando mettiamo sotto osservazione l’io abituale e
ci dissociamo da esso. Qui possono nascere vari problemi qualora non vi sia un
ego consolidato, ma un’identità fragile. Tuttavia sono problemi che riguardano
la psichiatria.
Presumendo che
l’io sia stabile e ben formato, lo stato meditativo ci permette di
disidentificarci dalla tradizione e di accedere a uno stato di consapevolezza,
che ci porta in una diversa dimensione. È su questa che puntiamo per costruire
un uomo nuovo.
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