Mentre la
psicoterapia nelle sue varie discipline tende a ripristinare un io ben
strutturato e ben adattato alla società, la meditazione tende a trascenderlo.
Questo non vuol dire che, se ci sono conflitti irrisolti o magagne nella struttura
dell’io, si possa meditare senza problemi. Poiché anche la meditazione è una
forma di disvelamento di schemi rimasti nascosti, un’eventuale carenza, un
difetto costituzionale o una nevrosi incideranno sul risultato.
Insomma, prima
bisognerebbe sottoporsi a una psicoterapia o comunque a una approfondita conoscenza
di se stessi e poi incominciare la meditazione. Per fare meditazione ci vuole
un io integro. Solo in un secondo momento si può trascenderlo.
Così certe
esperienze di ritorno all’origine potrebbero nascondere un narcisismo non superato
o certe disidentifazioni potrebbero nascondere una scissione della personalità.
Prima di
trascendere l’ego, bisogna possederlo. Quindi bisogna stare attenti a che la
meditazione non sia una forma di regressione, anziché un salto evolutivo.
L’importante è
tenere desta l’attenzione e non credere che certe esperienze di samadhi siano
tali. Bisogna stare coni piedi ben piantati per terra, evitando di cadere nella
psicopatologia, ovvero negli estremi dell’esaltazione e della depressione.
Attenzione, ben adattato alla società non vuol dire pensarla come gli altri.Anzi.Solo per chiarire.
RispondiEliminaE' giusto cercare l'integrazione (bisogna pur convivere), stando ben attenti a non essere conformisti.
RispondiElimina